<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Galliera/Tezze sul Brenta

Lo schianto e la tragedia: 21enne perde la vita. «Vorrei essere morta io»

La scena dell'incidente e, a destra, Alberto Moretti
La scena dell'incidente e, a destra, Alberto Moretti
La scena dell'incidente e, a destra, Alberto Moretti
La scena dell'incidente e, a destra, Alberto Moretti

In un istante sono volati via i suoi 21 anni. Alberto Moretti è morto sull’asfalto nella tarda mattinata di ieri davanti alla Smart di Galliera Veneta (Padova). Si è spento sul colpo, a duecento metri da casa. Doveva raggiungere l’azienda per la quale lavorava, la Duetti Packaging, gli restava un nulla da percorrere. Il destino ha scritto per lui una pagina tragica: ieri attorno alle 11 si era preparato per uscire dalla sua abitazione, in via Europa, lungo la strada regionale 53 Postumia, a due passi dalla grande rotonda. Alberto viveva con mamma Federica Miotto e papà Fabio, era figlio unico. Proprio ieri mattina, alle 9, era rientrato da una trasferta ad Avellino, in uno stabilimento campano aveva provveduto con i colleghi a installare un macchinario. Dopo aver sistemato le sue cose, aveva deciso di fare un salto in azienda per un saluto. Aveva indossato il casco e si era messo in sella alla sua moto, una Ducati Monster. Il tempo di accendere il motore, di accelerare, di girare a destra alla rotatoria per imboccare via Strada degli Alberi. La dinamica dello schianto è terribile nella sua banalità: una donna di 40 anni, residente a Tezze sul Brenta, arrivava da nord alla guida della sua Hyundai Tucson e percorreva via Strada degli Alberi nella direzione di marcia opposta a quella del giovane centauro: l’automobilista doveva svoltare a sinistra per entrare nel parcheggio del centro commerciale, un punto di riferimento per gli acquisti in zona. Ha iniziato la sua manovra e – da quel che è emerso – non si sarebbe resa conto dell’arrivo del motociclista. L’impatto è stato inevitabile e violentissimo. Il corpo del giovane è stato scagliato distante, oltre la recinzione dello store. Il suo volo è terminato nello spiazzo verde accanto al cancello. Immediatamente è scattato l’allarme, le persone che si trovavano all’esterno del complesso commerciale sono accorse, si è cercato di fare il possibile in attesa dell’arrivo dei sanitari. Ma il quadro era già tragico. I sanitari del Suem, arrivati in pochi istanti, non hanno potuto fare nulla se non constatare il decesso.
«Non l’ho visto», ha continuato a ripetere l’automobilista, distrutta dalla disperazione e sotto choc: è stata accompagnata in ospedale. I rilievi sono stati svolti dalla polizia locale: per consentire una ricostruzione corretta dell’accaduto è stato necessario chiudere la strada e deviare il traffico. Il flusso regolare è stato ripristinato alle 14.
«Mia sorella sarebbe voluta morire al posto di Alberto», ha detto la sorella dell’investitrice, che ha raggiunto il luogo dell’incidente. La conducente della Hyundai è una quarantenne sposata, che lavora come operaia e non sa darsi pace per quanto accaduto. Scuote la testa e non riesce a trattenere le lacrime: «Non l’ho visto, non l’ho visto, sono stata abbagliata dal sole». La sorella racconta: «Stava andando al centro commerciale per alcune commissioni, mi ha detto che ha rallentato prima di svoltare, ma non ha visto il motociclista. E ora continua a ripetere che sarebbe voluta morire al posto di Alberto». 

Suggerimenti