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Le penne nere in marcia sul Ponte

La riunione del direttivo sezionale di lunedì sera
La riunione del direttivo sezionale di lunedì sera
La riunione del direttivo sezionale di lunedì sera
La riunione del direttivo sezionale di lunedì sera

I calici alzati e tutti pronti a intonare una vecchia canzone, per rinsaldare lo spirito di corpo e lasciarsi andare ancora un po' alla nostalgia. Dopo una carrellata di ricordi e di storie di servizio e dedizione alpina, si è chiusa con un brindisi e un canto l'ultima riunione del direttivo dell'Ana Montegrappa, convocata eccezionalmente di lunedì, nella storica sede sul ponte di Bassano, per celebrare il centesimo compleanno della sezione. Nato il 10 febbraio 1920 per volontà di Ugo Cimberle, il sodalizio a cui oggi fanno riferimento ben 66 gruppi alpini ha infatti appena tagliato il traguardo del secolo. Una ricorrenza che la città festeggerà nel fine settimana tra il 17 e il 19 aprile con sfilate, commemorazioni ufficiali ed eventi, ma che già lunedì scorso, nella data dell'anniversario, i vertici dell'associazione hanno voluto onorare. Lo hanno fatto in modo più intimo e familiare, condividendo memorie del passato, ribadendo il proprio attaccamento ai valori alpini del servizio, della gratuità e del rispetto e rendendo omaggio a presidenti succedutisi nell'ultimo secolo: dal fondatore Cimberle a Bruno Solagna, da Gino Sartori ad Agusto Uti Fabris, dal generale Ermenegildo Moro al Presidentissimo Bortolo Busnardo, cui va il merito di aver avviato i progetti di solidarietà internazionali, sino a Carlo Bordignon, presidente durante la grande adunata nazionale del 2008 a Bassano e ancor oggi membro di spicco di una sezione a cui sembra essere legato dal destino. «L'anno in cui la Montegrappa festeggiava il cinquantesimo anniversario – ha svelato – io partivo per il servizio militare. Poi, qualche anno dopo sono entrato ufficialmente in sezione. Mio zio mi presentò al presidente di allora, Uti Fabris, e gli disse che un giorno avrei preso il suo posto». Per lui, come per molti di quelli che erano presenti l'altra sera, l'appartenenza all'Ana Montegrappa è una tradizione di famiglia e la sede sul Ponte, da sempre, una seconda casa. Altri invece hanno confessato di essersi avvicinati al mondo dell'associazionismo alpino molti anni dopo la leva, magari perché spinti da qualcuno dei vecchi presidenti o perché impressionati dalla generosità dimostrata dalle penne nere in seguito al terremoto del Friuli, nel '76. «Pensando ai miei predecessori e ai tanti uomini che li hanno supportati provo un sentimento di orgoglio ma anche di grande responsabilità – ha spiegato l'attuale presidente delle penne nere bassanesi, Giuseppe Rugolo –. Questa sezione è nata sulle ceneri di una Guerra e ne ha attraversato un'altra ancora più devastante ma si è mantenuta salda grazie all'impegno profuso in questi cent'anni». Impegno che ora dovrà essere indirizzato nell'organizzazione dei festeggiamenti di aprile. «Abbiamo già prenotazioni da tutto il Nord Italia e saranno presenti il labaro e il presidente dell'Associazione nazionale - ha chiuso Rugolo -. Sono in programma un'esercitazione della protezione civile, una sfilata sul Ponte e vogliamo che in questi giorni si respiri alpinità a Bassano». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Caterina Zarpellon

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