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L'emergenza

La siccità piega l'agricoltura. «Mais, raccolti dimezzati»

Il Brenta a sud di Bassano è una distesa di pietre (Ceccon)
Il Brenta a sud di Bassano è una distesa di pietre (Ceccon)
Il Brenta a sud di Bassano è una distesa di pietre (Ceccon)
Il Brenta a sud di Bassano è una distesa di pietre (Ceccon)

Raccolti dimezzati, piante che muoiono, costi alle stelle. Un'estate da dimenticare per i coltivatori bassanesi, i cui effetti si protrarranno per lungo tempo. Del resto, basta fare un giro tra le (poche) campagne rimaste nel Bassanese per rendersi conto della situazione dei campi e delle coltivazioni. Mais già "bruciato", caduto sotto i colpi della mancanza d'acqua e della necessità di alternare i turni irrigui. Gli anni scorsi non passava giorno che l'oro blu non fosse lanciato sulle grandi distese, quest'estate, invece, i campi e le coltivazioni sono stati anche per più giornate di fila a secco. «Quest'anno non si è salvato alcun settore dell'agricoltura - riferisce infatti il presidente della Coldiretti di Bassano, Pietro Guderzo - Dalla colture orticole a quelle viticole ai cereali, il dramma riguarda tutti». E i dati, impietosi, lo dimostrano: la viticoltura ha perso il 10%, il mais il 40-50%. «Praticamente, i raccolti a causa della siccità sono stati dimezzati - prosegue Guderzo - E a questo dobbiamo aggiungere l'aumento incontrollato dei costi: quelli per i concimi sono triplicati, quelli per il gasolio sono raddoppiati». Ma è l'acqua il grande interrogativo per il futuro. Quest'anno è stato fatto di tutto per provare a salvare i raccolti, centellinando in ogni modo la preziosa risorsa, anche con il ricorso ai turni irrigui, stabiliti dal consorzio di bonifica Brenta.«Su questo tema è necessaria una seria riflessione che guardi al futuro - afferma - Innanzitutto, va portata l'acqua a chi non ce l'ha, ma è necessario realizzare anche dei sistemi di accumulo e laminazione». L'acqua, infatti, ha una duplice valenza. Se da un lato è linfa vitale, dall'altro può essere scatenarsi fino a provocare catastrofi, come accaduto anche nel nostro territorio nel recente passato. Per Guderzo è fondamentale creare dei bacini, che in caso di bombe d'acqua aiutino ad evitare le esondazioni e che possano poi essere utilizzati per la distribuzione della risorsa nei tempi di crisi. A questo proposito, proprio in questi giorni, l'Anbi (Associazione nazionale dei Consorzi di bonifica) ha espresso un monito. «Concentrati sulle gravi conseguenze della siccità e distratti dalle cronache del periodo, non si percepisce l'altra faccia della medaglia idrica - afferma - Il territorio italiano, oggi più che mai, è ad altissimo rischio idrogeologico, schiacciato tra un'inarrestabile cementificazione, pari ad una media annuale di 77 chilometri quadrati, ed un suolo inaridito dalla lunga assenza di piogge, che lo rende impermeabile ad improvvisi rovesci, accentuando il fenomeno del ruscellamento. Dobbiamo essere consci di questa situazione di incombente pericolo». Nel Bassanese, inoltre, non va meglio sul fronte dei vivai, come riferisce uno dei soci dell'impresa IdeaVerde di Bassano, Patrick Bordignon. «Se continua così dovremo cambiare lavoro - afferma - Per la mancanza d'acqua e le alte temperature stanno soffrendo moltissimo tutte le piante. Basti pensare che sono in sofferenza anche gli olivi, che sono alberi mediterranei. Di conseguenza, la produzione di olio quest'anno sarà minima. Avanti di questo passo dovremo iniziare a piantare alberi tropicali». 

Enrico Saretta

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