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La madre di Vanessa: «Mia figlia era così sola Amava il suo bambino»

La piazza di Casoni di MussolenteL’ospedale di Padova, dove è morto il piccolo MicheleUn reparto di Patologia intensiva neonatale ina una foto di repertorio
La piazza di Casoni di MussolenteL’ospedale di Padova, dove è morto il piccolo MicheleUn reparto di Patologia intensiva neonatale ina una foto di repertorio
La piazza di Casoni di MussolenteL’ospedale di Padova, dove è morto il piccolo MicheleUn reparto di Patologia intensiva neonatale ina una foto di repertorio
La piazza di Casoni di MussolenteL’ospedale di Padova, dove è morto il piccolo MicheleUn reparto di Patologia intensiva neonatale ina una foto di repertorio

«Mia figlia è una donna e una mamma straordinaria, non meritava questa tragedia, non l’ha voluta. Amava il piccolo Michele più di sé stessa, più di ogni altra cosa, ve lo posso giurare. Voleva occuparsi direttamente dei suoi bambini, sono sempre stati la sua priorità, esattamente come lo erano e sono sempre stati i suoi fratelli minori: non c’è nessuno che ami i bimbi come lei. Pensate che se avessimo avuto le possibilità economiche per farla studiare sarebbe voluta diventare maestra d’asilo, per mantenersi ha sempre fatto la baby-sitter. Non sappiamo cosa sia successo: viveva spesso da sola, in quella casa grandissima in campagna, lontano da tutto. Suo marito lavora tantissimo per non far mancare niente alla famiglia. Ha avuto due bimbi a poco più di un anno di distanza, ha fatto tutto da sola, forse è stato troppo anche per lei. Eppure nessuno di noi si è accorto di un suo malessere interiore, deve essere stato un attimo, un attimo involontario che ha avuto conseguenze terribili e ingiuste per tutti, soprattutto per mia figlia. Solo una madre può capire cosa sta passando, non ci riprenderemo mai da questa tragedia». Quando parla, Maira deve cadenzare le sillabe interrotte dal ritmo prepotente dei singhiozzi. E’ una madre disperata che difende sua figlia Vanessa Ferronato, 29 anni, mamma del piccolo Michele, spirato nelle scorse ore all’ospedale di Padova in seguito alle lesioni cerebrali generate dagli scuotimenti ai quali è stato sottoposto nel tentativo di addormentarlo. I regali per il bambino sono ancora sotto l’albero di Natale dell’abitazione dei nonni, a Casoni di Mussolente. Una casa dove ora non c’è nessuno: sono tutti a Mestrino, il paese dove si era trasferita Vanessa insieme al marito e dove è accaduta la tragedia inattesa, che si è abbattuta sulla famiglia come un macigno. Ognuno deve ancora farsi una ragione precisa del peso del dramma che dovranno affrontare. Ora la mamma di 29 anni, originaria di Casoni di Mussolente, da circa due anni residente a Mestrino, nel Padovano, insieme al marito Antonio Marostegan, sarà accusata di omicidio colposo. «Vanessa non avrebbe mai voluto fare del male al suo piccolo Michele - ripete al telefono nonna Maira -. Teneva così tanto a lui che non permetteva nemmeno che lo prendessi in braccio per il timore che gli capitasse qualcosa. Non c’è mamma più premurosa e attenta di mia figlia. Non siamo una famiglia ricca, io ho sempre lavorato, Vanessa si prendeva cura dei suoi fratelli quando anche lei era ancora una bambina: preparava loro la merenda, li accompagnava a fare sport, raccontava le favole per farli addormentare. Ha cominciato che aveva poco più di dieci anni. Adorava i bambini, sono sempre stato il suo talento, la sua ragione di vita. Diventare mamma è stata la sua realizzazione più grande, ne era felicissima». Vanessa sin dall’infanzia ha vissuto con la famiglia a Casoni di Mussolente, è sempre stata molto attiva nella comunità, ha cantato nel coro della parrocchia, nel gruppo “Voci in Blu”, da tutti è riconosciuta come una ragazza solare, educata e generosa. «È sempre stata anche molto timida e riservata - spiega mamma Maira -, era difficile farsi raccontare le cose da lei, voleva sempre fare tutto da sola, essere lei ad aiutare gli altri e non che fossero gli altri ad esserle d’aiuto. Forse è per questo che non ha chiesto aiuto o accettato quello che volevamo darle per affrontare queste due maternità così vicine. Si dev’essere sentita sfiduciata, ma non è cattiva, adorava Michele». Maira, senza accorgersene, parla al passato anche di sua figlia, e quando glielo si fa notare risponde solo: «Non avete idea di come stia adesso Vanessa. Dal dolore che sta provando non si può riemergere quando si è una mamma piena d’amore come lei. Siamo spezzati dal dolore, ma le saremo vicini». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Francesca Cavedagna

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