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«L’olio alla marijuana utilizzato a mia insaputa Io non spaccio, mi curo»

Giovanna Carla Balestra, 58 anni, è indagata dalla ProcuraLa villa di famiglia in Riviera San Vito, protetta da una fitta siepe FOTOSERVIZIO  GIANCARLO  CECCON
Giovanna Carla Balestra, 58 anni, è indagata dalla ProcuraLa villa di famiglia in Riviera San Vito, protetta da una fitta siepe FOTOSERVIZIO GIANCARLO CECCON
Giovanna Carla Balestra, 58 anni, è indagata dalla ProcuraLa villa di famiglia in Riviera San Vito, protetta da una fitta siepe FOTOSERVIZIO  GIANCARLO  CECCON
Giovanna Carla Balestra, 58 anni, è indagata dalla ProcuraLa villa di famiglia in Riviera San Vito, protetta da una fitta siepe FOTOSERVIZIO GIANCARLO CECCON

«Ma quale spaccio di droga? Gli ospiti hanno assunto la marijuana senza che io lo sapessi. E mi ritrovo indagata». E’ questa la versione di Giovanna Carla Balestra, 58 anni, erede della famiglia di gioiellieri e titolare di un bed and breakfast a San Vito, che ricostruisce così la vicenda chiusasi nelle scorse settimane con il ricovero di due giovani per intossicazione da droghe leggere e con l’apertura di un’inchiesta nei suoi confronti da parte della Procura della Repubblica di Vicenza, rivelata ieri dal nostro giornale. «Il 2 gennaio – afferma la Balestra – due ospiti stranieri entrati in contatto con la mia struttura tramite un sito specializzato si sono intossicati con olio d’oliva alla cannabis. Lo produco io, ma serve esclusivamente per il mio uso personale e ricreativo». Gli ospiti, a quanto riferisce la donna, si sarebbero serviti da soli senza chiedere il permesso. «Da parte mia – aggiunge lei - ho sbagliato a non applicare un’ etichetta esplicita alla bottiglia e a lasciarla nello stesso armadio di pasta e riso». I due giovani intossicati avrebbero così scambiato l’oliera “incriminata” per un normale contenitore da condimenti, usandola per insaporire la cena. Per poi sentirsi male. «Dopo avermi informata del malessere – riprende Balestra - i due sono usciti al freddo in giardino. Erano in stato di evidente agitazione, così li ho invitati a entrare e stendersi. Dopo alcuni minuti, però, non li ho più visti. Sono uscita in strada preoccupata per rintracciarli ma non ci sono riuscita. A quel punto ho chiamato i carabinieri e ho spiegato che qui ragazzi erano usciti al gelo senza cappotti, né telefono, agitatissimi». Qualche ora più tardi, i due giovani hanno raggiunto il Pronto soccorso del S. Bassiano. «Più che per l’intossicazione, di certo non mortale – riprende la donna –, ero preoccupata per il freddo e per lo stato di alterazione nel quale versavano. Di marijuana non è morto nessuno». Dimessi dall’ospedale, la mattina del 3, i due ospiti si sono presentati per riprendere i bagagli, accompagnati dai carabinieri, e hanno cambiato hotel. Contemporaneamente, gli uomini dell’Arma hanno sequestrato le bottiglie di olio alla marijuana che Giovanna Carla Balestra teneva in casa. «Non sono accusata di spaccio – afferma ancora la donna - perché non ho in alcun modo offerto cibo “contaminato” ai miei ospiti. Stavo preparando dei biscotti alla cannabis, ma dovevo ancora infornarli quando i ragazzi sono arrivati. In questo momento sono accusata di detenzione di stupefacenti, ma mi assiste un ottimo legale e sono certa far valere la mia innocenza». In particolare, l’indagata si dice sicura di riuscire a dimostrare l’uso di cannabis come medicinale. «Mi serve, sotto prescrizione – precisa - per curare i postumi del sequestro di persona e delle violenze di cui sono stata vittima da giovane. Consumo cannabis fin da ragazza solo per me e questa è la prima volta che ho avuto problemi con la legge». •

Lorenzo Parolin

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