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Bassano

L'iniziativa: quattro vescovi in marcia per dire no alla guerra

Alla testa di un corteo di circa duemila persone da Casoni sino al PalaDue, Brugnotto, Cipolla, Tomasi e Dalla Zuanna hanno unito tre province
Da Casoni a Bassano circa duemila persone in cammino FOTO CECCON
Da Casoni a Bassano circa duemila persone in cammino FOTO CECCON
Da Casoni a Bassano circa duemila persone in cammino FOTO CECCON
Da Casoni a Bassano circa duemila persone in cammino FOTO CECCON

Striscioni realizzati a mano e cartelli stampati; genitori e bimbi, più molti nonni; attivisti storici pro-diritti e neofiti delle manifestazioni civiche, religiosi e laici. La marcia "Terre di Pace", che ha visto allo stesso tavolo le diocesi di Treviso, Padova e Vicenza ha portato da Fellette al PalaDue di via Ca' Dolfin duemila persone di ogni età. Tutte per affermare il valore della pace e la preoccupazione per le tensioni dell'ultimo anno con il conflitto russo-ucraino. E se l'impegno di 4 vescovi, Claudio Cipolla di Padova, Michele Tomasi di Treviso e Giuliano Brugnotto di Vicenza, più Claudio Dalla Zuanna, di Beira in Mozambico, lasciava intuire una partecipazione notevole, i numeri hanno stupito pure gli organizzatori. Segno dell'attualità di un tema che la marcia ha declinato in musica, arti sceniche e testimonianze.

Fellette

A Casoni, i giovani della diocesi di Treviso si erano già radunati in mattinata con il loro vescovo, ma il via alla marcia è scattato dal sagrato della chiesa di Fellette, frazione al confine delle tre diocesi, poco dopo le 14.30. Ad avviare le oltre mille persone alla partenza, un pensiero del vescovo Cipolla. «Se le risorse spese ogni anno per le armi fossero impiegate per scelte nonviolente - ha detto - pace e giustizia potrebbero essere raggiunte. C'è bisogno di un'educazione capillare alla pace e ognuno di noi deve sforzarsi nella propria quotidianità. Non servono grandi mezzi, ma bisogna essere consapevoli che un'alternativa giusta alla pace, non esiste». Musica e coreografie a cornice della partenza e gli speaker Leonardo Campesato e Samuele Zonta hanno dato il via. Tra la gente, con fascia tricolore, il sindaco di casa, Simone Bontorin, il collega di Mussolente, Cristiano Montagner e quello di Cassola, Aldo Maroso. A rappresentare il Comune di Fonte, l'assessore Mario Libralato.

San Giuseppe

Seconda tappa su un altro sagrato, quello della chiesa di S. Giuseppe, a Cassola, con due testimonianze legate all'Ucraina come quelle dei volontari della Carovana per la pace, i veronesi Daniele Sartori e Fabio Salandini, e di due giovani donne rifugiatesi in provincia di Treviso dopo lo scoppio della guerra, Polina Chernenko e Anna Motorina. «Dalla fine di febbraio allo scorso settembre - hanno spiegato i due volontari - verso l'Ucraina sono partite quattro carovane. Ad animarle, la rete pacifista "Stop the War Now"». Carovane che hanno coinvolto anche 220 persone, con l'obiettivo di portare aiuti alla popolazione e di supportare i non numerosi obiettori di coscienza russi e ucraini che a rischio di incarcerazioni anche di 15 anni sfidano la guerra e i suoi meccanismi.«Dobbiamo superare con la nonviolenza gli stereotipi della logica militare - hanno aggiunto - consapevoli che in un anno, accanto al Pil, l'Ucraina ha visto dimezzarsi anche i diritti».

San Leopoldo

Ultima tappa, prima della celebrazione religiosa al PalaDue, la chiesa di S. Leopoldo Mandic a Ca' Baroncello, alla presenza dei parroci don Enrico Bortolaso e don Andrea Guglielmi. Nell'occasione, hanno parlato i giovani dell'associazione "Non dalla Guerra", Federica Orsolon, Lorenza Zago, Anna Baron e Maria Elena Carlassare, raccontando le proprie esperienze in Medio Oriente. Dal Medio Oriente è arrivata anche Narin Bijanyar, attivista iraniana residente nel Padovano. Il pomeriggio è stato seguito in diretta da TeleChiara. La stessa emittente ha programmato anche uno speciale, nell'ambito del programma "Hashatg. Parole in rete" in onda 31 gennaio alle 19.20, subito dopo il Tg Veneto news e in replica a partire dalle 23. 

Lorenzo Parolin

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