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«L’augurio alla città? Ritrovare l’ottimismo per un anno di rinascita»

Uno degli incontri “Caffè in quartiere” del sindaco  a Rondò  BrentaIl sindaco Elena Pavan nel suo ufficio in municipio durante l’intervista al Giornale di Vicenza FOTO  CECCON
Uno degli incontri “Caffè in quartiere” del sindaco a Rondò BrentaIl sindaco Elena Pavan nel suo ufficio in municipio durante l’intervista al Giornale di Vicenza FOTO CECCON
Uno degli incontri “Caffè in quartiere” del sindaco  a Rondò  BrentaIl sindaco Elena Pavan nel suo ufficio in municipio durante l’intervista al Giornale di Vicenza FOTO  CECCON
Uno degli incontri “Caffè in quartiere” del sindaco a Rondò BrentaIl sindaco Elena Pavan nel suo ufficio in municipio durante l’intervista al Giornale di Vicenza FOTO CECCON

Tra un impegno da sindaco e l’altro (per esempio, ieri ha tenuto regolarmente la giunta), le concessioni alle festività natalizie di Elena Pavan sono francescane: il vezzo di un paio di scarpe con le stelline dorate, un piccolo presepe in ufficio e, a casa, il tradizionale pranzo con i parenti più stretti: venti persone. «Ci organizziamo perché ognuno prepari qualcosa, di solito cucinavo ma quest’anno... ho tagliato il pandoro: non avevo proprio tempo». Cosa dirà questa sera ai cittadini nel brindisi in piazza? Improvviserò, perché dev’essere un momento di festa ed emozione. Sicuramente cercherò di trasmettere ottimismo per l’anno nuovo: 2020, “venti e venti”, è un bel numero. Sarà un anno di vitalità: Bassano sarà protagonista con la tappa del giro d’Italia, il quarantennale di Operaestate, nuove iniziative. Ci sono molte aspettative, verranno mantenute». Il 2019, intanto, è l’anno che le ha cambiato la vita. Completamente. Non avevo mai fatto una campagna elettorale da candidata sindaco. Mi sono sentita messa su un razzo e sparata nel cielo. L’amministrazione è diventata la totalità della mia giornata. Quando per strada mi chiedono come sto, rispondo: «Sono viva e ancora contenta». Ha trovato il punto di equilibrio con la gestione della famiglia? Dicembre è stato terribile, ma tutto sommato sì. Le regole che mi sono data per salvaguardare marito e figli rischiano di saltare ogni giorno, ma lotto per rispettarle. E trovo molta comprensione. E invece come cambierà la vita dei bassanesi nel 2020? Vorrei che possano contare su concretezza e praticità della cosa pubblica. Confido di saper dare risposte e trasmettere un senso di presenza, di rinascita, di recupero di positività e risultati. Io preferisco essere tiepida negli annunci e fare anziché promettere a tutto spiano come la maggior parte dei politici: la gente non si merita più di essere presa in giro. Di che cosa, dopo i primi sette mesi di mandato, va particolarmente fiera? Del contatto con i cittadini, girando i quartieri e uscendo dal Palazzo. Del doppio senso in via Tabacco. Della forte leva esercitata sul turismo e l’attrattività della città: Natale è andato bene, alcune zone del centro, come il camminamento delle Mura, sono state valorizzate partendo da zero. Di aver già vinto un importante bando regionale per proseguire su questa strada. Della collaborazione con i Comuni contermini: abbiamo istituzionalizzato un incontro tra sindaci ogni due settimane, per fare il punto sui temi del territorio. E dove invece riconosce che si sarebbe potuto fare di più? Nel decoro della città e nella cura del verde. Ma per il nuovo anno abbiamo messo a bilancio maggiori stanziamenti e molti interventi. Una cifra importante è destinata anche al “bonus facciate”, che aiuterà le ristrutturazioni. Una bacchetta magica le consente di realizzare un solo desiderio: sceglie la riapertura del tribunale, quella del teatro, il park sotterraneo a Santa Caterina con ascensore o che altro? Non è un mistero che abbia il cuore diviso a metà tra il tribunale e il teatro. Ma so anche che ai bassanesi sta molto a cuore la viabilità. Per la quale comunque, garantisco, stiamo lavorando sodo. In che termini e in che tempi? Abbiamo studiato i flussi di traffico: in discesa Brocchi i passaggi pedonali possono essere ridotti da quattro a due. Realizzeremo presto la rotonda di Ca’ Baroncello: non capisco perché, già finanziata e progettata, non sia mai partita. Poi la rotatoria alla Trinità. Anche questi sono provvedimenti utili alla sostenibilità, così come il bando caldaie per incentivare il rinnovo degli impianti termici. Quanto ai tempi, ritengo fondamentale iniziare a far vedere che le cose cambiano entro i primi due anni di amministrazione. Ma occorre anche la collaborazione dei cittadini. In che senso? Faccio l’esempio della raccolta differenziata: all’inizio hanno brontolato tutti, poi Bassano è diventata virtuosa grazie alla sua coscienza civica. Deve accadere lo stesso anche nell’uso delle auto e nella scelta dei percorsi. Mi viene in mente la povera via Foza, alla Trinità, battutissima da chi sale in Altopiano quando c’è una strada alternativa meno impattante attraverso viale Vicenza. A proposito di brontolii, in molti la criticano per avere mantenuto a sé l’assessorato alla Cultura. La programmazione culturale si sta muovendo in perfetta armonia con gli input che sto dando. Si è tanto ricamato su Operaestate, ma per il quarantennale la direzione artistica ha condiviso l’impegno alle novità. Lo stesso dicasi per la stagione teatrale. Si può fare ancora molto per valorizzare ulteriormente questi settori, bisogna riuscire a spiegare meglio cos’è Operaestate e cos’è B.Motion. E ai Musei che cosa serve? Continuare nel progetto di valorizzazione del patrimonio cittadino. Esporremo i disegni di Sironi, abbinandoli a prestigiosi prestiti dal Mart di Rovereto e da una galleria di Cortina. A Palazzo Sturm, dopo Dürer, sarà la volta di una mostra su Piranesi. Oltre a questo e a molto altro, ho chiesto un grande evento: non dico la banana di Cattelan, ma qualcosa che attiri i riflettori sulla città. Chiara Casarin, e noi con lei, abbiamo ottimi canali per concretizzarlo. Però non ci fermiamo qui, c’è anche un lato più istituzionale che ho ben presente. Vale a dire? Al museo manca la figura specifica di un conservatore: la introdurremo subito, con il piano triennale delle assunzioni. E bisogna rifare il catalogo: lo sapete che quello che c’è ha la mia età? Tradizione e innovazione: due piani inconciliabili? Tutt’altro. La direzione artistica com’è impostata adesso è accattivante. I musei vanno fatti vivere, devono attirare persone nuove. Bisogna continuamente mescolare le carte, stimolare le menti. Non condivido le ansie di chi resta ancorato a rigidità su inquadramenti pubblici o privati e perde di vista la sostanza. Chiara Casarin ai musei, Rosa Scapin a Operaestate. Lavoreranno ancora a lungo con il Comune? La mia speranza è questa, perché sono due grandi professioniste che rappresentano un enorme valore aggiunto per la città. Qual è la cosa più particolare che le è capitata finora da sindaco? Un signore mi ha mandato un cd con una sua canzone composta per Bassano. Mi ha scritto che non l’aveva fatta sentire nemmeno alla moglie e ai figli, perché voleva che il sindaco fosse il primo a giudicarla. Mi ha profondamente colpito, ho pensato all’importanza che questo aveva per lui e a quanti bassanesi amano la loro città. Dopo le schermaglie politiche, faccia un augurio ad Angelo Vernillo, a Riccardo Poletto e alle opposizioni. Che trovino la pace. Ma di recente li ho visti più ragionevoli. Il loro ruolo resta importante in democrazia. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Alessandro Comin

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