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Cassola

L'appello di Gheller sul fine vita: «Il Veneto è avanti». Ora vorrebbe incontrare Madonna

Stefano Gheller con Luca Cappato (FOTO CECCON)
Stefano Gheller con Luca Cappato (FOTO CECCON)
Stefano Gheller con Luca Cappato (FOTO CECCON)
Stefano Gheller con Luca Cappato (FOTO CECCON)

Prospettive e tanti progetti a sostegno della libertà di scelta sul fine vita. Ieri, durante l’incontro tra Stefano Gheller, disabile di 49 anni, primo in Veneto a chiedere a un’Ulss l’approvazione alla morte assistita, e Marco Cappato, tesoriere dell’associazione “Luca Coscioni”, politico e attivista, promotore del Congresso mondiale per la libertà di ricerca e della campagna “Eutanasia Legale”, si è parlato dei limiti della legge in approvazione, con il punto sul potere delle Regioni, dell’incontro con il vescovo di Vicenza, Beniamino Pizziol, con l’ipotesi di una fattiva collaborazione, ma anche della richiesta avviata da Gheller nei giorni scorsi in Vaticano, con il sogno di poter incontrare Papa Francesco. E si è pure parlato di Madonna, pop star che il 49enne vorrebbe conoscere prima di morire, ma anche delle chiusure che il mondo dell’assistenza attua nei servizi di conforto sessuale ai disabili. Potrebbe sembrare che nelle quasi due ore di chiacchierata, si siano mischiati il “sacro e il profano”, invece lo scambio è semplicemente stato di quelli a cuore aperto, senza dogmi o pregiudizi, in un confronto che ha guardato soprattutto al futuro, con i contributi concreti che Gheller potrebbe dare alla causa della libertà di scelta sul fine vita e al potenziamento dell’assistenza ai disabili gravi. Si è partiti dai sussidi, che Gheller dice «non essere sufficienti, con grandi differenze tra Regioni ma anche tra tipi di patologie», e Cappato che ha proposto «di avviare insieme un’iniziativa popolare che esca anche dai confini del Veneto», proponendo pure «di fare una bella alleanza col vescovo di Vicenza per migliorare le condizioni di cura, perché con questo sodalizio i partiti politici potrebbero solo dire sì». Poi si è passati all’assistenza sessuale ai disabili, e sul tavolo è spuntato subito il progetto comune di «farla diventare una proposta di legge».

 

 

Sul tema cardine della legge sul fine vita, Cappato ha precisato che «i passi per l’approvazione in Veneto sono stati più veloci rispetto alle Marche con il caso di Antonio, a cui non era nemmeno stata fissata la visita per verificare l’oggettività delle condizioni per presentare la richiesta. L’Ulss 7 invece ha dato risposte veloci, e ha già fissato un incontro, per questo siamo ottimisti. Certo sarebbe importante che Gheller potesse incontrare anche Zaia, perché le Regioni hanno un grande potere per diminuire il divario tra i dettami della legge costituzionale e la legge in approvazione al Governo, e possono definire tempi, farmaci e procedure. La speranza è che la scelta di fine vita, rispettati i criteri di accertata sofferenza fisica o psicologica, passino a carico del sistema sanitario nazionale, con le Ulss che dovrebbero mettere a disposizione dei richiedenti ritenuti idonei il farmaco e la strumentazione per l’autosomministrazione. Lottare per questa libertà, non significa voler attivare una politica della morte, ma solo credere nell’importanza di una vita dignitosa. A volte è proprio la libertà di scelta, che convince le persone a continuare a lottare. La vita è una grande responsabilità ma deve esserlo fino a quando lo si vuole».

Gheller, dall’associazione Coscioni, è stato coinvolto in tanti progetti. E l’incontro con Madonna. C’è già chi scommette che ci riuscirà.

 

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Francesca Cavedagna

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