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L'incidente di Breganze

L'angoscia del compagno della 40enne uccisa: «Valeria ha tentato una frenata disperata»

Valeria Vellardi aveva 40 anni. Lascia un bimbo di 8 e il compagno di 49 anni.
Valeria Vellardi aveva 40 anni. Lascia un bimbo di 8 e il compagno di 49 anni.
Valeria Vellardi aveva 40 anni. Lascia un bimbo di 8 e il compagno di 49 anni.
Valeria Vellardi aveva 40 anni. Lascia un bimbo di 8 e il compagno di 49 anni.

Ieri per la famiglia di Valeria Vellardi, la mamma di 40 anni falciata da un’auto nella mattinata di sabato, durante un giro in bici con un’amica, sulla strada che collega Maragnole a Breganze, è stato il giorno della consapevolezza del dolore, acuto e insanabile, per una perdita tanto grave e improvvisa. Decine, tra amici e parenti, hanno raggiunto la casa marosticense del compagno Alberto Viola, e dei genitori Vilma e Serafino, per portare conforto.

Tra loro c’era anche Giada Miglioretto, avvocato, anche lei residente a Marostica, l’amica che accompagnava Valeria nel sabato di sport poi conclusosi nel dramma. Mentre si attendono le disposizioni della procura di Vicenza, che sull’incidente mortale ha aperto un fascicolo per omicidio stradale, con Edoardo Marchi, vicentino di 26, alla guida della Mini Cooper che avrebbe causato lo schianto, ora iscritto sul registro degli indagati, per i famigliari di Valeria restano ancora molti i punti interrogativi aperti.

 

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Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti e alle dichiarazioni dei testimoni, tutto sarebbe avvenuto a causa di un sorpasso azzardato. Le due cicliste marosticensi stavano percorrendo via San Felice in fila indiana, quando la Mini ha avviato il sorpasso. Giada Miglioretto sarebbe riuscita a schivare l’auto comparsa all’improvviso davanti a lei, gettandosi in un prato a lato della carreggiata; Valeria invece non ha fatto in tempo a fare nulla, se non frenare, manovra che purtroppo non è bastata a risparmiarle l’impatto frontale con la Mini. Sia l’amica, fortunatamente rimasta incolume, che gli automobilisti e testimoni si sono fermati immediatamente per prestare soccorso, in attesa dell’arrivo del 118. Valeria, che non ha mai ripreso conoscenza, è spirata poco prima dell’arrivo dei soccorsi.

 

«Alcuni testimoni avrebbero detto che il ragazzo che guidava l’auto ha visto Valeria frenare con entrambi i freni - racconta il compagno Alberto - questa cosa mi angoscia ancora di più, perché vuol dire che la mia compagna si è resa conto di quello che stava accadendo, e forse ha capito cosa sarebbe successo. È terribile». Ora, molte delle attenzioni sono rivolte al piccolo Mattia di appena 6 anni, figlio di Valeria, che chiede della mamma: «Non sa ancora nulla - spiega il papà - Glielo dirò solo con il supporto di uno psicologo, che deve sostenere anche me in questo difficile compito. Sa solo che mamma è all’ospedale e che non può chiamare perché non ha il cellulare. Per fortuna, amici e parenti lo tengono impegnato con tanti giochi, tanto da non dargli il tempo per fare troppe domande alle quali adesso davvero non saprei come rispondere».

Oggi la procura potrebbe disporre l’autopsia sul corpo della mamma, un passaggio che confermerà le cause del decesso. La salma di Valeria è stata trasportata all’ospedale di Santorso, dove resta a disposizione dell’autorità giudiziaria. 

 

Francesca Cavedagna

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