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Lusiana

Jorginho, il lusianese delle illusioni azzurre

Il centrocampista del Napoli è originario di S. Caterina
Jorginho esce dal campo al termine della partita Italia-Svezia
Jorginho esce dal campo al termine della partita Italia-Svezia
Jorginho esce dal campo al termine della partita Italia-Svezia
Jorginho esce dal campo al termine della partita Italia-Svezia

LUSIANA. C'era anche un pezzo di Lusiana in campo l'altra sera a San Siro nel match decisivo contro la Svezia finito con il pareggio che ha escluso l'Italia dai Mondiali di Russia 2018. Un pezzo di Lusiana che si chiama Jorginho, all'anagrafe Jorge Luiz Frello Filho, italo-brasiliano, centrocampista del Napoli che deve la sua convocazione in nazionale al trisavolo paterno, Giacomo Frello, partito da Lusiana nel 1896. Era originario della contrada Frelli di Santa Carterina.

 

A quanto sembra, perché molta documentazione è andata perduta durante la Grande Guerra, all'età di 26 anni partì, con tutta la famiglia compresi i genitori, per il Brasile, con destinazione lo Stato di Santa Caterina, attratto dall'offerta del neonato Stato brasiliano di terra gratis e di una vita migliore. Da quel momento di Giacomo Frello a Lusiana si persero le tracce fino al ritorno a Verona del discendente Jorginho che ha chiesto la cittadinanza italiana, rispolverando le sue origini lusianesi.

 

«A fine '800 molte famiglie altopianesi lasciarono le loro case per andare in Brasile - spiega il sindaco di Lusiana Antonella Corradin - Solo dopo le richieste giunte dal Comune di Verona abbiamo saputo delle discendenze lusianesi di Jorginho». «È sicuramente gratificante annoverare tra i parenti dei nostri tanti emigranti personalità famose e talentuose - prosegue - Tant'è che ci piacerebbe cercare un contatto con il giocatore per invitarlo alla prossima festa dell'emigrante che ospitiamo annualmente a luglio nella chiesa di Velo di Lusiana».

«Il prossimo anno, tra l'altro, è il 50° di questa ricorrenza - continua Corradin - E poter contare sulla sua presenza sarebbe un'onore. Come molti altri prima di lui, alla festa dell'emigrante celebriamo quegli emigranti, o i loro discendenti, che hanno raggiunto traguardi importanti oppure che si sono spesi per gli altri. Sarebbe bello conoscere la storia di Jorginho perché aiuterebbe a ricordare quelle prime ondate di emigrazione di fine '800, seguite da quelle del primo e del secondo dopoguerra che hanno portato lusianesi, altopianesi e vicentini in tutto il mondo».

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