Un «super sì», e con il filotto di approvazioni da parte dei giudici, il bassanese Antonio Lorenzon, 44 anni, due sere fa ha ottenuto l'agognato grembiule bianco alla puntata inaugurale di Masterchef in edizione 2020.
Grembiule bianco che non vale ancora l'ammissione alla Masterclass di 20 aspiranti chef che dal 26 si daranno battaglia negli studi di Sky, ma che, alla nona edizione del re dei talent culinari, vale un bel viatico per l'olimpo dell'alta cucina televisiva. Il tutto con il valore aggiunto dei superlativi spesi dagli chef Barbieri, Cannavacciuolo e Locatelli.
Tra concorrenti "grembiuli bianchi" (promossi con voto unanime) e "grembiuli grigi" (sub judice per un "no", oppure per due "no" ma con un giudice disposto a fare da garante), i concorrenti sono rimasti in 30 da 80 che erano. Saranno ridotti a 20 e poi via alla gara.
Quanto all'aspirante Lorenzon, qualificatosi "cum laude" alla sfida finale per l'accesso alle puntate, si definisce bassanese doc, si è formato all'istituto per stilisti di Breganze, lavora da libero professionista come stilista e direttore creativo e ha un compagno che, giovedì, era negli studi televisivi a sostenerlo.
Ai giudici, Lorenzon ha presentato un piatto di ravioli di gamberi, accompagnato dalla zuppa "bisque" con una salsa di asparagi, richiamo bassanese. Anche se gli asparagi erano verdi e non bianchi. Lorenzon nella propria creazione ha così reso omaggio esplicito alla città. Piatto denominato "Rainbow", arcobaleno, perché «è giusto che adesso il mondo si veda a colori, non lo si può sempre vedere rosa o azzurro», e via a incrociare le dita, sperando nell'approvazione degli chef-conduttori.