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Asiago

Il parco Millepini rinasce nel segno del Sergente

Sindaco e assessore con i famigliari di Rigoni Stern scoprono il totem dedicato al Sergente
Sindaco e assessore con i famigliari di Rigoni Stern scoprono il totem dedicato al Sergente
Sindaco e assessore con i famigliari di Rigoni Stern scoprono il totem dedicato al Sergente
Sindaco e assessore con i famigliari di Rigoni Stern scoprono il totem dedicato al Sergente

Dopo il taglio delle piante malate e pericolanti, la successiva sistemazione del terreno e la piantumazione di nuovi alberi, il parco Millepini di Asiago, semidistrutto da Vaia, sta rinascendo. L’area verde tra il palazzo del turismo e lo stadio del ghiaccio, si è arricchita di nuove specie arboree e anche con uno speciale angolo in cui, nell’ambito delle iniziative per il centenario della nascita dello scrittore di fama internazionale, è stato magnificamente ricostruito l’arboreto salvatico di Mario Rigoni Stern. Le stesse 18 piante che il Sergente aveva piantato dietro casa sua, sono state messe a dimora nel parco. Davanti a ciascuna un leggio, con una tabella che ne illustra le caratteristiche. I disegni e le descrizioni sono a cura dell’artista Consuelo Morello. Sabato c’è stata l’inaugurazione ufficiale, con un particolare momento in cui, oltre a presentare i lavori di sistemazione, realizzati su progetto dell’architetto paesaggista, nonché presidente del consiglio comunale, Chiara Stefani, si è voluto ringraziare tutti coloro che hanno collaborato alla rinascita del parco. Presenti i figli di Rigoni Stern Giambattista e Alberico, e la sorella Maria. A lei l’onore di scoprire uno dei due totem che individuano l’area dell’arboreto nel cui cuore si trova una grande panchina in legno che invita a sostare, magari attingendo ai libri custoditi nella bacheca nelle vicinanze, per leggere qualche brano dello scrittore. «Un grazie particolare a Chiara Stefani – ha sottolineato tra l’altro il sindaco Roberto Rigoni Stern – che ha messo in campo tutta la sua competenza». La rinascita del Millepini è stata possibile anche grazie a una cospicua donazione di Coldiretti e Donne Impresa che hanno raccolto e messo a disposizione quasi 30 mila euro, al contributo di AcqueChiampo e altre associazioni. «Un impegno – sottolinea Coldiretti Vicenza – che rappresenta l’amore dei vicentini per la loro terra, per le montagne vicentine e per l’ambiente. E anche l’attaccamento di chi, ogni giorno, vive e lavora in quei territori, spesso difficili, e dai quali non sempre si ricava tutto ciò che viene dato in termini di tempo, sacrificio e passione». E’ stata l’altopianese Cristina Panozzo, “donna del bosco” di Coldiretti Vicenza, a iniziare a scolpire gli alberi caduti tramutandoli in opere d’arte vendute per raccogliere fondi per la ricostruzione. 

 

Stefania Longhini

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