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I vertici di Banca Nuova
«Siamo sconvolti
Tragedia inspiegabile»

La Galleria Tabacchi in via Roma dove si trova lo studio di Gianpietro Procopi . CECCONGianpietro Procopi. Il professionista aveva 75 anni
La Galleria Tabacchi in via Roma dove si trova lo studio di Gianpietro Procopi . CECCONGianpietro Procopi. Il professionista aveva 75 anni
La Galleria Tabacchi in via Roma dove si trova lo studio di Gianpietro Procopi . CECCONGianpietro Procopi. Il professionista aveva 75 anni
La Galleria Tabacchi in via Roma dove si trova lo studio di Gianpietro Procopi . CECCONGianpietro Procopi. Il professionista aveva 75 anni

“Perdonatemi, vi voglio bene”. Solo una frase su un foglio di carta poi il colpo alla tempia, sparato con la sua pistola a tamburo. Così ha posto fine alla sua vita Gianpietro Procopi, noto commercialista di Bassano, suicidatosi a 75 anni, nel suo studio storico in via Roma.

Il perché di tanta disperazione nell’animo di un uomo che nella vita aveva avuto successo e soddisfazioni resta, per ora, inspiegabile. E lo è anche per chi Gianpietro Procopi, tra l’altro membro del cda di Banca Nuova, lo conosceva bene e ci aveva lavorato assieme. In città e non solo.

Tra questi c’è Fiorenzo Sbabo, scledense, vicepresidente di Banca Nuova alla quale Procopi era approdato nel 2000, quando la Popolare di Vicenza era sbarcata in Sicilia facendo dell’istituto di credito dell’isola una partecipata.

In quale circostanza ha visto l’ultima volta Procopi?

Di recente, in videoconferenza nel corso dell’ultimo cda di Banca Nuova - racconta Sbabo - E devo dire che mi è parso quello di sempre. Distinto, cordiale, sereno e pronto alla battuta. Nulla poteva far pensare al suo tormento interiore.

Lo conosceva prima del suo approdo a Banca Nuova?

No. Soltanto da un paio d’anni, cioè dal mio ingresso in Banca Nuova, in Sicilia, e l’impressione che ho sempre avuto di lui è quella di tutti: una persona perbene, che dalla vita aveva avuto successo e soddisfazioni. Davvero non riusciamo a capire cosa l’abbia spinto ad un gesto così disperato. Siamo tutti increduli.

Nei vostri incontri ha mai lasciato trapelare preoccupazione. Ha mai avuto la sensazione che qualche pensiero lo tormentasse?

Assolutamente no. Ripeto, è sempre stata una persona brillante. Quando ci si trovava a Palermo per lavoro capitava che si parlasse del più e del meno non si scendeva mai in questioni personali. Lui ha sempre dato l’impressione di una persona soddisfatta della sua vita e della sua famiglia.

È possibile che su questa tragedia via sia l’ombra delle vicende della Popolare di Vicenza?

Lo escludo. Banca Nuova non aveva alcun ruolo e alcun potere nelle decisioni e nelle strategie della Popolare.

Procopi era ancora molto attivo come professionista a Bassano. Le aveva mai accennato a progetti professionali futuri?

No. Della sua attività come commercialista a Bassano non parlava».

Frattanto, nel tentativo di capire le motivazioni del tragico gesto, continuano gli accertamenti patrimoniali da parte degli investigatori che hanno posto sotto sequestro lo studio del professionista.

Procopi si è tolto la vita intorno all’ora di pranzo di giovedì con una Smith and Wesson calibro 44, della quale tempo addietro aveva il porto d’armi anche se ultimamente aveva preferito limitarsi a denunciarne il possesso alla polizia. Era stato notato in via Roma, passare fra i banchi del mercato e varcare l’ingresso dell’androne che conduce allo studio. A trovarlo privo di vita dopo averlo inutilmente cercato è stata la consorte, sposata in seconde nozze (Procopi aveva perso la moglie per un male incurabile), Mariolina Dani intorno alle 19,40.

Carlo Barbieri

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