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I nemici del Parco dell’Amicizia

La casetta del Parco dell’Amicizia teatro dell’incursione vandalica nella notte tra sabato e domenica
La casetta del Parco dell’Amicizia teatro dell’incursione vandalica nella notte tra sabato e domenica
La casetta del Parco dell’Amicizia teatro dell’incursione vandalica nella notte tra sabato e domenica
La casetta del Parco dell’Amicizia teatro dell’incursione vandalica nella notte tra sabato e domenica

Frutto dell’inciviltà il gesto compiuto l’altra notte ai danni della struttura fissa al Parco dell’Amicizia di Tezze. Ignoti, molto probabilmente giovani, hanno divelto e strappato dalla sede le grondaie del lato nord est e nord ovest, per poi abbandonarli lungo l’argine del fiume, zona molto frequentata da ciclisti. Amara sorpresa quindi per coloro che, domenica mattina, aprendo il parco e organizzando l’area coperta per l’imminente pranzo degli alpini e donatori, si sono trovati di fronte l’inutile scempio. Non si può escludere si possa essere trattato di un tentaivo di furto di rame, ma non si spiega come mai allora le grondaie siano state abbandonate. «Sicuramente si è trattata di una bravata – spiega Enzo Pierobon della protezione civile di Tezze, responsabile della squadra accessi al parco – un gesto ignorante che non si è fermato al danno alle grondaie. Sotto la tettoia sono stati abbandonati molti rifiuti, quali lattine di birra e bottiglie di superalcolici. È vergognoso questo gesto, perché è stato creato un danno tanto al decoro quanto alla comunità. Il parco, sorvegliato parzialmente in entrata e aperto le domeniche da aprile a settembre, è spesso vittima dell’incivile abbandono dei rifiuti: ci sono cestini ovunque, ma certi frequentatori sembra preferiscano lasciare tutto per terra». L’invito che viene rivolto alla cittadinanza è quello di segnalare qualsiasi gesto che possa sembrare inusuale e qualsiasi presenza sospetta, rivolgendosi alle forze dell’ordine. «Condanna totale ed assoluta per il gesto di inciviltà. – interviene il sindaco Luigi Pellanda –. Spero che vengano individuati i responsabili e che poi paghino loro stessi i danni. Se non c’è rispetto della cosa pubblica, sicuramente manca anche il rispetto del privato. Questi danni sono di tutta la comunità e i soldi che si andranno ora a spendere potevano servire per scopi più utili. Buttarli via così non ha senso. Ritengo inoltre sia utile videosorvegliare, ma con questo non si risolverà mai il problema perché è impossibile controllare l’intero territorio: è altresì importante crescere culturalmente per aver rispetto della cosa pubblica». Il fatto sarà denunciato alle forze dell’ordine. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Elena Rancan

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