<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Ha ucciso i genitori e si è ammazzata

L’appartamento in cui è avvenuta la tragediaSilvia Marzaro
L’appartamento in cui è avvenuta la tragediaSilvia Marzaro
L’appartamento in cui è avvenuta la tragediaSilvia Marzaro
L’appartamento in cui è avvenuta la tragediaSilvia Marzaro

Silvia Marzaro ha sedato con un ansiolitico e soffocato il padre Italo e la madre Ubaldina. Dopodiché, ha messo fine anche alla propria vita nello stesso modo. La procura della Repubblica di Vicenza ha ricevuto i risultati delle autopsie e degli accertamenti dei carabinieri del Ris di Parma che hanno permesso di fare piena luce sulla tragedia familiare avvenuta nella notte tra il 3 e il 4 febbraio in contrada Pennar ad Asiago. In base alle risultanze investigative, il pubblico ministero Hans Roderich Blattner, titolare dell’indagine, ha escluso il coinvolgimento di altre persone e chiederà dunque al giudice l’archiviazione del fascicolo. GLI PSICOFARMACI. Gli esami tossicologici effettuati dal medico legale Alessandra De Salvia durante l’autopsia hanno accertato tracce di Lorazepam sia nella coppia di pensionati, lui di 85 anni e lei di 83, sia nella figlia che aveva 43 anni. La concentrazione più alta è stata riscontrata nella madre. In base alla ricostruzione dei carabinieri del nucleo investigativo di Vicenza, coordinati dal pm Blattner, Silvia ha somministrato ai genitori, probabilmente di nascosto, l’ansiolitico che le veniva prescritto dal proprio medico. A quel punto, ha ucciso il padre e successivamente la madre. Entrambi sono stati strangolati con le cinture di stoffa degli accappatoi che gli inquirenti hanno ritrovato, durante il sopralluogo, nella cesta dei panni sporchi all’interno del bagno della villetta di contrada Pennar. I detective del Ris di Parma hanno infatti stabilito che il sangue rilevato sulle cinture apparteneva ai due anziani. Silvia ha poi ricomposto i loro corpi sotto le coperte del letto matrimoniale e ha messo giunte le mani della madre Ubaldina. I BIGLIETTI. L’autrice del duplice omicidio ha quindi scribacchiato due bigliettini. Sul primo, successivamente strappato e gettato in un cestino, ha scritto “La pagherete, Dio vi giudicherà, maledetti”. Sul secondo si legge semplicemente “Maledetti”. A quel punto Silvia potrebbe essersi infilata un giaccone per uscire di casa e girovagare per la contrada, salvo poi rincasare e chiudere a chiave dall’interno la porta. Alla fine, pure lei ha assunto una dose massiccia di Lorazepam e si è stretta attorno al collo un altro laccetto per soffocarsi. I carabinieri l’hanno trovata in una pozza di sangue sul pavimento tra la camera da letto dei genitori e il corridoio perché ha battuto la testa contro uno spigolo durante la caduta. IL MOVENTE. Silvia Marzaro soffriva da tempo di depressione e non si sarebbe curata adeguatamente. Aveva già tentato il suicidio l’estate precedente. Fin da giovane aveva manifestato una sorta di incapacità a rapportarsi con gli altri. Le persone ascoltate dagli inquirenti hanno raccontato che la donna provava inoltre un forte astio nei confronti dei genitori. Li accusava, in particolare, di averla messa al mondo quando avevano più di quarant’anni e di averla lasciata figlia unica. Così facendo, lei sarebbe rimasta da sola ad accudirli nella loro vecchiaia. Un compito che la donna giudicava troppo gravoso. La famiglia, originaria di Mirano, nel Veneziano, si era trasferita da poco sull’Altopiano. Una situazione di isolamento che avrebbe acuito il mal di vivere di Silvia fino a farlo sfociare nella triplice disgrazia che era stata scoperta la mattina seguente dal fidanzato, Luigi Giacomin, 63 anni, che era accorso ad Asiago dopo non essere più riuscito a parlare al telefono con lei. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Valentino Gonzato

Suggerimenti