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Grande Bassano, tentazione forte ma strada in salita

Il pubblico in sala: molt3e le domnande ai primi cittadiniI sindaci schierati sul palco dell’auditorium di Santa Croce in apertura del lungo dibattito sulla “Grande Bassano” FOTOSERVIZIO  CECCON
Il pubblico in sala: molt3e le domnande ai primi cittadiniI sindaci schierati sul palco dell’auditorium di Santa Croce in apertura del lungo dibattito sulla “Grande Bassano” FOTOSERVIZIO CECCON
Il pubblico in sala: molt3e le domnande ai primi cittadiniI sindaci schierati sul palco dell’auditorium di Santa Croce in apertura del lungo dibattito sulla “Grande Bassano” FOTOSERVIZIO  CECCON
Il pubblico in sala: molt3e le domnande ai primi cittadiniI sindaci schierati sul palco dell’auditorium di Santa Croce in apertura del lungo dibattito sulla “Grande Bassano” FOTOSERVIZIO CECCON

La Grande Bassano: un obiettivo che piace a tutti, ma di realizzazione né semplice né immediata. È quanto emerso venerdì sera all’oratorio di S. Croce all’incontro promosso dal locale Gruppo di impegno socio-politico (Gisp) sul tema “La Grande Bassano – Mobilità, turismo, sicurezza, politiche per la terza età”, moderato da Emanuele Borsatto di TvA. Presenti i sindaci del comprensorio (assenti giustificati Pove, Solagna, Romano e Rossano) si trattava «di fare il punto della situazione a un anno dalla riemersione del tema», come ha spiegato il coordinatore del Gisp, Ulderico Signorini. Valutare percorsi e prospettive, quindi, «con l’augurio – parole del vicario don Stefano Mazzola – di aprire spazi di dialogo destinati a durare». Il primo atto è stato affidato a tre diciottenni: Giovanni Mocellin, Simone Ghirardello ed Erica Merici. Studenti delle superiori ma soprattutto “giovani cittadini” che in una lettera al futuro sindaco della Grande Bassano hanno tratteggiato la città che sognano: verde e sostenibile, inclusiva e molto sociale, sostenuta dalla tecnologia. Sulle strade per arrivarci, però, differenze e difficoltà si fanno sentire, condensate nella battuta del primo cittadino di Cassola, Aldo Maroso: «Pensavo ce l’avremmo fatta in cinque anni, oggi sono più propenso alle cinque generazioni». Così, se il sindaco di Bassano, Elena Pavan, ha annunciato il progetto di un manager per lanciare il marchio d’area sovracomunale, il collega della Valbrenta, Luca Ferazzoli, ha invitato a muovere i primi passi su ciò che già esiste, tornando a riempire di funzioni enti già esistenti: «L’Unione montana può essere un buon punto di partenza – ha detto – per la gestione di materie come la polizia locale, il marchio d’area e la viabilità. Per creare il Comune di Valbrenta siamo partiti dall’Unione: perché non replicare il modello su scala più ampia?». «Sì, purché i paesi conservino una loro identità, anche sul piano istituzionale», è stata la risposta dei tre primi cittadini leghisti Germano Racchella (Cartigliano), Paolo Bordignon (Rosà) e Matteo Mozzo (Marostica), con la specificazione ulteriore che Marostica è al centro di un’area con interessi propri e non si immagina come “quartiere” della futura Grande Bassano. Raffaella Campagnolo di Nove ha evidenziato l’opportunità di andare avanti «anche se il processo non sarà rapido e dovremo fare un passo per volta», mentre Cristiano Montagner di Mussolente ha rilevato come lavorare in rete si sia rivelato vincente per il suo Comune «al punto che oggi concorriamo per un riconoscimento dell’Unesco». Sì alla Grande Bassano, ma con gradualità, anche dai sindaci di Colceresa Enrico Costa («Una fusione ha senso se porta vantaggi misurabili») e di Pianezze Luca Vendramin («Siamo al lavoro per condividere servizi come la polizia locale»). Un’ alternanza tra slanci e prudenza ben sintetizzata da Elena Pavan a chiusura della lunghissima serata: «Sareste pronti a firmare oggi un protocollo d’intesa per andare verso la Grande Bassano?», ha chiesto Signorini. Risposta: «L’idea è buona e la condividiamo, ma in questo momento sarebbe prematuro impegnarsi con un atto ufficiale. Ne parleremo». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Lorenzo Parolin

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