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«Gioca d’azzardo con i soldi evasi» Mobiliere indagato

L’indagine è stata condotta dalla Guardia di finanza
L’indagine è stata condotta dalla Guardia di finanza
L’indagine è stata condotta dalla Guardia di finanza
L’indagine è stata condotta dalla Guardia di finanza

Scommetteva al gioco i soldi dell’evasione fiscale e così il tribunale ha sequestrato un immobile a un imprenditore bassanese. Al centro dell’inchiesta svolta dai militari delle Fiamme Gialle di Bassano, guidati dal capitano Michele Piazzolla, c’è Paolo Cavalli, 53 anni, residente al civico 91 di Strada Marchesane, titolare della ditta di mobili “Cavalli Stock Salotti e Mobil” di viale Vicenza 93, con sede amministrativa in via Monte Pertica. Proprio questo stabile è stato oggetto del sequestro preventivo eseguito qualche giorno fa, per un valore di circa 85 mila euro. Il provvedimento, firmato dal gip di Vicenza Barbara Maria Trenti su richiesta della procura della Repubblica, ha riguardato parte dell’immobile sede della ditta individuale di Cavalli, formalmente intestato ad una società interamente controllata dal mobiliere, che secondo l’accusa l’avrebbe utilizzata quale “schermo” per rendere difficoltosa l’identificazione dei beni a lui riconducibili. L’operazione di polizia economico-finanziaria era partita da una verifica fiscale condotta dalla guardia di finanza nei confronti della ditta di Cavalli. Egli era stato denunciato per non aver presentato la dichiarazione dei redditi nel 2017, annualità per la quale è risultato evasore totale, evadendo circa 85 mila euro di Irpef. L’attività ispettiva era stata condotta in base a una metodologia operativa attuata dai finanzieri che tramite verifiche incrociate sulle banche dati dell’anagrafe tributaria e dei conti di gioco on line, ossia gli elenchi delle persone intestatarie di un conto per il gioco e le scommesse. Le Fiamme Gialle avevano evidenziato profili di “giocatori incoerenti”, cioè con anomalie tra i redditi dichiarati e le ricariche effettuate sui conti per il gioco. In un secondo momento si è passati agli approfondimenti specifici su Cavalli. Dalle indagini è risultato che l’imprenditore, a fronte di un’evasione delle imposte stimata in circa 213 mila euro, tra Irpef e Iva, dal 2014 al 2018, avrebbe scommesso al gioco, ricaricando il relativo conto, quasi 130 mila euro. Secondo l’accusa per questo fine avrebbe adoperato somme sottratte a tassazione. La Finanza ha ricostruito analiticamente il volume d’affari della ditta di Cavalli, esaminando ogni singola fattura emessa o ricevuta dall’imprenditore grazie ai controlli incrociati eseguiti sui suoi clienti e fornitori. Di qui l’accusa di omissione della presentazione della dichiarazione dei redditi per l’anno 2017, ragione per la quale il bassanese è stato denunciato alla Procura della Repubblica con richiesta, della misura cautelare reale del sequestro preventivo dei beni finalizzato alla confisca, che diverrà obbligatoria in caso di condanna. «L’operazione - commentano i vertici del Comando provinciale - avvalendosi della tecnologia e dell’incrocio dei dati a disposizione dell’amministrazione finanziaria, è stata condotta trasversalmente tanto sotto il profilo amministrativo-tributario quanto quello penale, con un’azione mirata. Il sequestro preventivo ha permesso di tutelare, a beneficio dell’erario, l’effettiva somma evasa». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Francesca Cavedagna

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