<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Finto Asiago dop degli Usa in tribunale

Una confezione di formaggio Asiago contraffatto
Una confezione di formaggio Asiago contraffatto
Una confezione di formaggio Asiago contraffatto
Una confezione di formaggio Asiago contraffatto

Il Consorzio tutela formaggio Asiago contro Citterio per tutelare il marchio dop che la società alimentare lombarda sta commercializzando negli Stati Uniti senza il logo rosso e giallo che identifica il prodotto originale. Il braccio di ferro tra il Consorzio tutela e lo storico salumificio di Rho risale al 2017, quando il giornalista Attilio Barbieri, all’interno di un suo reportage sulle pagine di “Libero” sui prodotti italiani taroccati venduti negli States, ha segnalato una confezione che abbinava la sopressata calabra con l’Asiago Cheese, un prodotto che nulla ha in comune con il formaggio tipico prodotto sull’Altopiano. Una contraffazione che Barbieri ha definito «odiosa perché realizzata da un’azienda italiana. Mentre le lobby dei grandi produttori di formaggi Usa proseguono a sostenere che le indicazioni geografiche altro non siano se non nomi comuni alimentari, i nostri produttori di alimenti dovrebbero avere tutta l’interesse a difendere le denominazioni Dop e Igp». La denuncia di Barbieri è arrivata all’attenzione del Consorzio tutela formaggio Asiago, che ha subito cercato di trovare un accordo con la Citterio ma senza alcun risultato. Il colosso alimentare lombardo, che ha anche uno stabilimento negli Stati Uniti e registra un fatturato annuo di circa 250 milioni di euro, ha spiegato che non poteva obbligare l’azienda a stelle e strisce a cui ha concesso l’uso del marchio di impiegare formaggio Asiago dop originale o di interrompere la commercializzazione della confezione. A quel punto il presidente del Consorzio tutela, Fiorenzo Rigoni, non ha potuto che coinvolgere il Consiglio dei soci per avviare un procedimento legale nei confronti di Citterio al Tribunale di Milano. Il formaggio Asiago è il quarto formaggio italiano più copiato dopo Parmigiano reggiano, Pecorino romano e Gorgonzola; il fatto però che il Consorzio tutela dell’Asiago citi in giudizio un’azienda italiana per comportamenti ritenuti scorretti da una sua controllata o licenziataria estera costituisce un importante precedente anche per le altre dop italiane che subiscono lo stesso comportamento e che non sono mai riuscite a fermare questo fenomeno. D’ora in avanti, anche se resta da vedere cosa decideranno i giudici, ci sono nuove armi per tutelare i prodotti genuini. Nel frattempo il Consorzio tutela formaggio Asiago continua la sua compagna Oltreoceano per contrastare la commercializzazione di Asiago taroccato. Una sensibilizzazione che sta raccogliendo i frutti, come conferma il successo delle attività in più di 300 punti vendita delle principali insegne in Usa e Canada e la partecipazione di oltre mille persone all’innovativo programma formativo digitale “Lean&Earn” (realizzato con i Consorzi di tutela speck Alto Adige e Pecorino romano) dedicato allo studio delle caratteristiche distintive del prodotto d’origine protetta. Per approfondire questa conoscenza, proprio pochi giorni fa un nutrito gruppo di operatori del settore alimentare statunitense e canadese sono arrivati sull’Altopiano per incontrare le diverse realtà produttive del formaggio Asiago. «Il crescente interesse nei mercati d’Oltreoceano – commenta concludendo il presidente Fiorenzo Rigoni - verso il cibo dalla storia autentica e della tradizione millenaria, accompagnato da una costante attività di promozione realizzata dal Consorzio Tutela, sono un elemento di crescita importante in paesi come gli Usa e il Canada. Il Consorzio, in questi ultimi anni, è stato molto attivo sia sul fronte della tutela che in quello dell’attività di promozione». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Gerardo Rigoni

Suggerimenti