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Il caso Jannacopulos

Finco e l’interrogazione “preventiva” su senologia

La delibera Ulss all’epoca era solo un progetto embrionale che poi non si è nemmeno concretizzato. Il dg Ulss: «Polemica solo per screditare l’ospedale».

Ci sono relazioni tra le azioni intraprese dal vicepresidente del consiglio regionale Nicola Finco, e i servizi di Rete Veneta sulla sanità Bassanese? E in particolare ci sarebbero collegamenti tra la contestata interrogazione presentata da Finco i primi giorni del gennaio di quest’anno, per chiedere spiegazioni sulla soppressione dell’unità semplice di senologia del San Bassiano, documento peraltro presentato quando nessun taglio all’ospedale di via Dei Lotti era ipotizzato, e i servizi mandati in onda da Rete Veneta nel periodo immediatamente precedente?

La circostanza era presente in una delibera pubblicata dall’Ulss 7 il 31 dicembre 2021, dove semplicemente si ipotizzava la proposta di modifica, ancora del tutto embrionale, che la Regione avrebbe dovuto prendere in esame nei successivi 90 giorni, e che nei fatti non si è mai concretizzata.

Gli interrogativi

Sono alcuni degli interrogativi sui quali verte l’indagine della procura di Vicenza, condotta dalla Guardia di finanza Bassanese, per fare luce sui rapporti di collaborazione “occulta” tra Giovanni Jannacopulos e il mondo della politica, con approfondimenti che sono tuttora in corso, proprio sulla controversa posizione del numero due del consiglio regionale del Veneto.

Dalle carte emergono le richieste avanzate dal patron tv al vicepresidente regionale, al quale, proprio il 31 dicembre 2021, giorno della pubblicazione della delibera sul reparto di senologia dell’ospedale San Bassiano, Jannacopulos ha chiesto di “formulare un’interrogazione alla giunta regionale del Veneto” per comprendere le motivazioni di un particolare gesto di Bramezza.

L'editore e il politico

Pochi giorni prima, Finco e il patron tv si erano già sentiti: in quell’occasione l’editore aveva riferito al politico tutta la sua contrarietà verso l’operato del dg del San Bassiano. Qualche giorno dopo, il 10 gennaio, in consiglio regionale Finco ha chiesto conto all’assessore veneto Manuela Lanzarin della soppressione dell’unità semplice dipartimentale di senologia dell’ospedale di Bassano, che però non sarebbe stata ancora nemmeno un’idea concreta, dal momento che la delibera dell’Ulss 7 era stata depositata solo dieci giorni prima, e mancavano ancora oltre due mesi e mezzo per la valutazione del provvedimento, peraltro mai messo in pratica.

 

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La replica del vicepresidente del consiglio regionale 

«Non ho mai preso ordini da nessuno, meno che meno da Jannacopulos - ha già affermato Finco -. Nel caso riguardante senologia mi sembra che all’epoca ne ero venuto a conoscenza proprio dall’emittente televisiva. Ma non c’è niente di strano, perché io leggo un sacco di notizie e ricevo un sacco di segnalazioni. E rientra proprio tra le mie competenze di consigliere regionale quella di presentare interrogazioni e di chiedere chiarimenti».

La polemica per gettare discredito sull'ospedale di Bassano

Ma ha senso che un’esponente leghista del Consiglio regionale chieda ufficiali chiarimenti ai suoi colleghi di partito su un taglio, ancora del tutto ipotizzato? «Quella polemica - ha sempre spiegato e ribadisce ora Carlo Bramezza, dg Ulss 7 - fu creata solo per gettare discredito gratuito sull’operato dell’ospedale. Il primario di senologia era stato nominato a maggio del 2021, quindi parecchi mesi prima dell’interrogazione regionale, e aveva subito iniziato ad operare a Santorso, dove esisteva già il reparto complesso di senologia, a Bassano c’era e resta attivo quello che consente alle pazienti di fare visite, esami e terapie. Hanno parlato della soppressione di una cosa che non è mai esistita. A suo tempo lo avevo spiegato anche a Finco, ma evidentemente non è bastato. E anche la raccolta firme sui disservizi a me non è mai arrivata».

 

Francesca Cavedagna

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