Bassano in primavera. C'è il lungofiume per passeggiare. Sul lungofiume ci sono gli scolmatori delle acque nere. Uno ogni chilometro, anche a ridosso del centro storico. Quando il sentiero incrocia le canalette rivela un museo degli orrori fognari, in bella vista sulle rive. Ora sono brandelli di carta igienica o di qualunque altra cosa gettata nei sanitari, ora odori nauseabondi, ora fanghi nerastri.
A pochi metri dalla passeggiata, dove nel fine settimana transitano i turisti o, a sud del centro, dove si punta a farli passare da qui a breve. Il problema degli scolmatori che deviano in Brenta le acque nere quando la pioggia sovraccarica la rete fognaria, risale almeno a una decina di anni fa. All’epoca i vertici della Lega Nord, in testa l’allora capogruppo in consiglio comunale Luciano Todaro, avevano organizzato un’autentica spedizione, con tanto di documentazione fotografica e media al seguito. Tra il centro storico e il terzo ponte era emerso un campionario da far accapponare la pelle. Lo stesso che si riscontra ancor oggi.