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Fallimento Vardanega Il Comune rischia la beffa anche per il Santa Chiara

Giannantonio VardanegaIl cancello dell’area dei lavori malinconicamente sbarrato da tempoIl cantiere del polo Santa Chiara in un’immagine dall’altp FOTO CECCON
Giannantonio VardanegaIl cancello dell’area dei lavori malinconicamente sbarrato da tempoIl cantiere del polo Santa Chiara in un’immagine dall’altp FOTO CECCON
Giannantonio VardanegaIl cancello dell’area dei lavori malinconicamente sbarrato da tempoIl cantiere del polo Santa Chiara in un’immagine dall’altp FOTO CECCON
Giannantonio VardanegaIl cancello dell’area dei lavori malinconicamente sbarrato da tempoIl cantiere del polo Santa Chiara in un’immagine dall’altp FOTO CECCON

Vardanega è fallito e ora parte la corsa del Comune per cercare di recuperare circa un milione e mezzo di euro. Soldi che, tra anticipi versati all’azienda e lavori non ultimati dalla stessa, sono ancora più a rischio ora che il Tribunale di Treviso ha dichiarato fallita l’impresa che fino all’anno scorso aveva in mano tutti i principali cantieri di Bassano. Le cifre sono elevate e di difficile riscossione anche per i guai dell’assicurazione della ditta. SANTA CHIARA. Il problema principale riguarda proprio il nuovo polo museale, il cui cantiere ad oggi è fermo. Qui la situazione era critica già prima del fallimento dell’azienda di Possagno, ma ora viene complicata ancora di più dalla messa in liquidazione dell’assicurazione che doveva coprire Vardanega in caso di inadempienza. Si tratta della Elite Insurance Company di Gibilterra. Gli uffici del Comune hanno provato a contattare questa società per chiedere il rientro di quel milione e 200 mila euro che Vardanega deve al Comune tra anticipo e lavori svolti “in proprio” dal Comune per liberare l’area di cantiere. Basti pensare che gli uffici tecnici hanno dovuto redigere un progetto ad hoc (di circa 150mila euro) per la messa in sicurezza e il ripristino della situazione nell’ex Cimberle-Ferrari. Mai nessuna risposta però è pervenuta all’Area Lavori Pubblici da parte della società assicurativa. E questo perché naviga in cattive acque, tanto che la Corte Suprema di Gibilterra l’ha messa in liquidazione. PONTE. In questo caso, il Comune è riuscito a recuperare l’anticipo che aveva versato all’azienda. Si pone però il problema relativo alle modalità con cui il curatore fallimentare, il commercialista di Montebelluna Fabrizio Zanellati, deciderà di affrontare i rapporti con l’Amministrazione, e cioè se intenderà promuovere una causa per l’estromissione dell’azienda dall’appalto. In tal caso, la questione potrebbe complicarsi per la municipalità, anche perché recentemente l’esecutivo cittadino ha deciso di evitare di giocare d’anticipo e difficilmente farà causa alla ditta per danno d’immagine. MURA. Pure il restauro delle mura del Castello degli Ezzelini, eseguita da Vardanega all’epoca dell’Amministrazione Cimatti, è al centro di una querelle. Proprio la settimana scorsa i funzionari del Comune hanno incontrato gli uomini della Vardanega per firmare un accordo che prevedeva la posa di nuove lampade sulle mura. Questo perché quelle posate non rispettavano i requisiti richiesti. Ora che la ditta è fallita, però, c’è il rischio che quell’accordo diventi carta straccia. O almeno questo è quanto temono gli uffici comunali. Probabilmente, il Comune deciderà per l’insinuazione al passivo, in modo da provare a rientrare di quei 170mila euro che ritiene di aver perso per il mancato funzionamento dell’illuminazione. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Enrico Saretta

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