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Enego

I casonetti di Marcesina tra minacce e vandalismi

I gesti d’inciviltà a causa dell’obbligo di restituire le antiche strutture al Comune
Il cartello trovato in questi giorni appeso a un casonetto
Il cartello trovato in questi giorni appeso a un casonetto
Il cartello trovato in questi giorni appeso a un casonetto
Il cartello trovato in questi giorni appeso a un casonetto

L’Amministrazione comunale di Enego torna nel mirino degli incivili. Sono i casonetti, in due distinti momenti, ad aver provocato degli spiacevoli episodi: in un primo momento alcune strutture sono state restituite palesemente danneggiate, nonostante la procedura per la concessione prevedesse la possibilità di esercitare la prelazione da parte del titolare dell’uso civico uscente; inoltre in questi giorni è apparso uno striscione minaccioso su uno di essi, rivolto all’Amministrazione comunale.

Antichi manufatti

Gli antichi manufatti rappresentano una delle più affascinanti caratteristiche della Piana di Marcesina ma da decenni purtroppo sono anche elementi di divisione e oggetto di una lunga controversia, conclusasi con la sentenza del Consiglio di Stato dell’aprile dello scorso anno che ha respinto il ricorso presentato da undici “utilizzatori” e definito “uso abusivo” l’utilizzo dei casonetti stessi e delle relative aree pertinenziali, considerati proprietà collettive e legittimando pertanto il Comune a ottenerne l’immediato rilascio.
L’affissione di un cartello di grandi dimensioni, di fattura artigianale, dalla scritta “Chi scaccia non regna”, apparso all’esterno di uno dei quattordici manufatti rientrati nella disponibilità del Comune, ha scatenato la reazione del sindaco.

Le minacce verso il Comune

«Sono bieche minacce nei confronti dell’Amministrazione - commenta Ivo Boscardin -, che ha fatto solo ed esclusivamente quello che per legge era obbligata a fare per la tutela del diritto e del bene della comunità, come espresso nelle tre sentenze delle altrettante cause intentate, con dispendio di risorse ed energie, dagli occupanti dei casonetti nei confronti del Comune».
I casonetti sono stati in origine realizzati per essere di supporto per gli usi civici del pascolo e del legnatico: per deporvi la legna e per la cura del bestiame, scopi ovviamente non più così attuali oggi. Sono stati quindi assegnati ai diversi utilizzatori dallo stesso Consiglio comunale, con una delibera risalente al lontano 1904, che doveva disciplinarne l’utilizzo, impedendo così nel contempo il rilascio di ulteriori autorizzazioni a costruire nella Piana. Proprio a questa delibera si sono quindi appellati, ricorrendo dapprima al Tar e successivamente al Consiglio di Stato, alcuni utilizzatori dei casonetti, sostenendo che proprio essa costituisce una sorta di “concessione implicita” che nessun provvedimento successivo da parte del Comune ha poi provveduto ad annullare. Il Consiglio di Stato ha però respinto punto per punto il ricorso, qualificando come “uso abusivo” l’utilizzo dei casonetti, considerati proprietà collettive, da parte degli allora detentori che mai avevano versato un minimo affitto, e legittimando il Comune ad ottenerne l’immediato rilascio.

 

Rossella Mocellin

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