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L'esperimento

Ecco Eva, il primo pulcino nato da un uovo stampato in 3D

Il pulcino Eva nella mano del suo "creatore"
Il pulcino Eva nella mano del suo "creatore"
Il pulcino Eva nella mano del suo "creatore"
Il pulcino Eva nella mano del suo "creatore"

A sviluppo completato, ha cominciato a picchiare il becco sul guscio per romperlo e venire alla luce, come l’istinto insegna. Quel guscio però era diverso da tutti gli altri: non si è rotto e aveva addirittura un coperchio, che è stato prontamente svitato. Il pulcino Eva, esemplare di Gallus gallus, è nato così: è il primo essere vivente cresciuto in un uovo artificiale costruito con una stampante 3d, almeno a detta dei suoi creatori. Nonostante fosse prematuro, visto che la “schiusa” è arrivato in 20 giorni anziché in 21, ma sta bene e cresce in fretta.

I suoi “genitori” sono Filippo Giordano, 19 anni, bassanese fresco di diploma all’istituto agrario “Parolini”, e i tre amici-colleghi suoi coetanei con cui ha fondato InGen, associazione che mira a mettere a punto una tecnica per salvare le specie animali in via di estinzione e per riportare in vita quelle estinte. Questo risultato è straordinario e i giovani ricercatori si apprestano ora a brevettare la tecnica, ragion per cui certi passaggi sono descritti in modo sommario, senza particolari. 

«Eva è nato a Bassano grazie ai due laboratori della nostra associazione - racconta Filippo Giordano, che non nasconde l’entusiasmo -: quello biotecnologico, gestito da me assieme a Eleonora Demartis, e quello di stampa tridimensionale, gestito invece da Davide Scotton e da Giacomo Cecchin. Eva si è sviluppato in una “cga”, acronimo di capsula germinale artificiale, che funge da vero e proprio uovo artificiale dove vengono incapsulati embrioni di specie ovipare fino alla nascita degli esemplari. Questo “uovo artificiale” viene stampato con un materiale che emula l’uovo naturale ed è anche biodegradabile, quindi ecosostenibile». 

Le sperimentazioni sono avvenute utilizzando le incubatrici della Borotto, azienda leader nel campo dell’incubazione artificiale. Il pulcino, nato domenica scorsa, 22 agosto, sta adesso crescendo in ottima salute nel laboratorio, in un apposito recinto riscaldato fornito sempre dalla stessa Borotto.

«Abbiamo pensato di scegliere il nome biblico della prima donna per sottolineare come Eva sia la prima creatura a essere nata da un uovo artificiale - spiega Giordano -. Abbiamo prelevato le cellule fecondate dalle uova e le abbiamo incapsulate nelle incubatrici a 37,7 gradi e al 45% di umidità, dove lo sviluppo è arrivato fino alla “schiusa”. Eva verrà adesso monitorato fino al suo primo mese di vita e poi, assieme a esemplari della sua età, andrà in un pollaio dove vivrà serenamente e dove potremo vedere e analizzare la sua produzione di uova e la sua fertilità».

 

Il pulcino all'apertura della capsula e il suo embrione
Il pulcino all'apertura della capsula e il suo embrione

 

Tutto si è svolto come se il pulcino fosse dentro un uovo vero. «In natura - prosegue il ricercatore bassanese - la nascita avviene quando il pulcino buca la membrana che lo separa dalla sacca dell’aria all’interno dell’uovo e poi comincia a bucare il guscio; dopo qualche ora di riposo e di respiro d’aria ambientale, il pulcino rompe ancora di più il guscio fino a uscire. Nel nostro caso, come nell’uovo naturale, il pulcino ha bucato la membrana, accedendo a una riserva d’aria arricchita da ossigeno tramite una macchina chiamata concentratore di ossigeno: qui si è rinforzato a tal punto da spingere e alzarsi all’interno della capsula germinale. Una volta sveglio e vitale, abbiamo tolto il coperchio della capsula e trasferito il pulcino nel fondo della incubatrice per iniziare la fase di asciugatura, come accadrebbe con un pulcino nato da un uovo naturale. E tutto è andato alla perfezione».

 

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InGen ha iniziato più di un anno fa, ricavando prima un uovo di gallina in un bicchiere di plastica e poi costruendolo con la stampante 3d; quindi lo sviluppo di un embrione di pulcino fino a veder comparire e poi battere il piccolissimo cuore. Già in quella fase il governatore Luca Zaia si è complimentato con i ragazzi tramite una lettera, e alcune aziende del settore zootecnico hanno contribuito al progetto. Ora l’associazione ha fatto un enorme passo in avanti e punta dritta ad altri ambiziosi risultati.

 

Davide Moro

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