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Il caso

Dermatiti al ristorante. «Sono acari del legno»

«La mattina dopo la cena mi sono svegliato con un braccio gonfio e delle macchie pruriginose. Spaventato, mi sono recato al pronto soccorso, poi dal farmacista, infine dal dermatologo. Ho scoperto che altri miei commensali avevano avuto lo stesso problema». È quanto racconta uno dei tanti clienti dello storico ristorante Ottone, in via Matteotti, in centro città. Il cliente era stato punto dagli acari del legno, come molti altri avventori, ma anche dipendenti della birreria. Il ristorante è stato chiuso per disinfestazione; è intervenuta anche l’Ulss. Sul banco degli imputati i lavori nell’appartamento all’ultimo piano dello storico palazzo: tolto il legno che lo rivestiva, gli acari sarebbero scesi fino al piano terra e sarebbero entrati da una finestra nel locale. I titolari hanno impiegato una quindicina di giorni a capire che cosa stesse accadendo, mentre i clienti ipotizzavano diverse tipologie di intossicazioni alimentari. Infine, la soluzione, data dai professionisti in dermatologia contattati dai titolari, a loro volta punti, e da alcuni clienti: non si trattava di cibi avariati, né di zanzare, né ancora di scabbia, come ipotizzato al San Bassiano, ma di una secrezione di tarli, da curare con un antistaminico. È quanto hanno scoperto anche coloro che avevano partecipato a cene aziendali, ma anche farmacisti, magistrati e insegnanti che si erano recati a cena, e che non capivano di che cosa soffrivano. Una conferma è giunta anche dall’Ulss 7, che ha eseguito un sopralluogo al ristorante quando ormai i titolari avevano già fatto intervenire la ditta Ongaro di Thiene per disinfestare i locali.
«Siamo estremamente dispiaciuti per quanto accaduto, e per i disagi subiti dai clienti. Non appena abbiamo collegato tutti gli eventi, ci siamo attivati per far eseguire la prima disinfestazione, alla quale ne è seguita una seconda, e abbiamo subito chiuso il ristorante. L’Ulss ci è stata di grande supporto, e continuiamo a comunicare tutte le operazioni svolte, anche in via preventiva. Non ci era mai accaduta una cosa simile». Così, Paola Wipflinger, titolare dell’antica birreria “Ottone”, uno dei locali che hanno fatto la storia della ristorazione bassanese e vicentina, anticipa i passaggi della disavventura che ha colpito il locale: «Un paio di mesi fa mio cugino ha iniziato una ristrutturazione capillare dell’appartamento all’ultimo piano della palazzina - precisa Paola - Lo stabile è del Quattrocento, l’ultimo restauro lo aveva fatto mio bisnonno a fine ‘800, pertanto i materiali rimossi erano a dire poco datati. La prima ad accusare gli strani arrossamenti è stata mia madre Diana, un mese e mezzo fa. Lei vive al primo piano. Siccome ha una grande terrazza con molti fiori e piante, abbiamo pensato che fossero stati degli insetti a crearle quelle bolle sulle braccia. Il 6 maggio sono partita per un pellegrinaggio a Santiago di Compostela, mia figlia Giorgia ha assunto la direzione del ristorante e subito ha iniziato ad avere le stesse irritazioni, ma ha pensato alle zanzare o allo stress. Il 13 sono tornata al lavoro, e il 14 ho iniziato ad averle anche io. Anche alcuni camerieri di sala avevano quelle strane bolle. Nulla per il personale del turno serale e per quello della cucina. Sono andata dal dermatologo, che ha diagnosticato l’irritazione da acari del legno. Ma ancora non avevo capito il collegamento. Giovedì della scorsa settimana una cliente che era stata a cena la sera prima mi ha contattata per dirmi che pensava di avere un’intossicazione alimentare. Abbiamo controllato tutti gli alimenti, senza riscontrare problemi; nei giorni successivi sono arrivate altre segnalazioni. Solo allora abbiamo collegato tutto: era colpa degli acari che dall’appartamento, con diffusione aerea, avevano raggiunto una parte del locale. Solo alcuni clienti che si sono seduti in quella zona hanno manifestato le irritazioni. Abbiamo chiuso subito il ristorante ed eseguito due disinfestazioni capillari. Lunedì e martedì torneremo a fare le pulizie, così faremo da cavie; se tutto andrà bene riapriremo». 
La conferma del corretto intervento eseguito dai titolari arriva dall’Ulss 7: «Quando abbiamo eseguito l’ispezione - spiega il direttore del dipartimento di prevenzione, Antonio Stano - pensavamo a intossicazioni alimentari, invece i controlli sul cibo, e sulla situazione igienica, hanno dato esito confortanti, quindi noi non abbiamo preso provvedimenti. I titolari hanno attivato le disinfestazioni. Con molta probabilità quindi si tratta degli acari del legno: è un caso rarissimo, che nella mia carriera non avevo mai seguito».

Diego Neri - Francesca Cavedagna

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