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Bassano

Delitto Tassitani: «Fusaro in permesso premio? Allora parli»

Michele Fusaro, il falegname bassanese di 53 anni, che nel dicembre del 2007, rapì, uccise e fece a pezzi il corpo di Iole Tassitani, oggi detenuto nel carcere di Padova, potrà godere di permessi premio.

A poco più di 13 dal delitto che sconvolse il Veneto e l’Italia, con una condanna a 30 anni per sequestro con uccisione della vittima, distruzione di cadavere e rapina aggravata, adesso Fusaro, se vorrà richiederlo, potrà uscire dal carcere per brevi periodi. A deciderlo è una sentenza della Corte di Cassazione che ha respinto il ricorso della Procura generale che non voleva gli fossero concessi i benefici premio previsti dalla norma sulla “collaborazione impossibile”, già accolta dal tribunale di sorveglianza. Quindi, secondo la giustizia, Michele Fusaro, sul cruento delitto di Iole Tassitani, 42 anni, residente a Castelfranco, rapita e uccisa il 12 dicembre di 13 anni fa, con il corpo fatto a pezzi trovato il 23 dicembre successivo nel garage dell’abitazione dell’ex falegname, in quartiere Ca’ Baroncello, non avrebbe più nulla da dire. Non sono d’accordo - e non lo sono mai stati - i famigliari di Iole, difesi dall’avvocato Roberto Quinta Valle, che ribadiscono con forza la presenza di complici, mai identificati nell’indagine: «La verità completa non è mai emersa, Fusaro non ha fatto tutto da solo: ne siamo certi e - a suo modo - lo ha ammesso pure lui. L’applicazione della norma sulla “collaborazione impossibile” non ha semplicemente senso. Rispettiamo la giustizia, ma umanamente non possiamo accettare questa sentenza». E c'è anche un messaggio diretto al carnefice: «Se davvero non vuoi farci soffrire ulteriormente racconta tutto, dicci tutta la verità».  

Francesca Cavedagna

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