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Il personaggio

De Sica ad Asiago tra shopping e lo stile cinepanettone

De Sica durante lo show è sceso dal palco e ha incontrato gli spettatori
De Sica durante lo show è sceso dal palco e ha incontrato gli spettatori
De Sica durante lo show è sceso dal palco e ha incontrato gli spettatori
De Sica durante lo show è sceso dal palco e ha incontrato gli spettatori

Una stecca di hockey e dei prodotti locali, con la promessa di rivedersi presto, pensando magari a qualche produzione cinematografica sull’Altopiano. Sono i ricordi che Christian De Sica si è portato via da Asiago.
Il 71enne attore e showman romano è arrivato ad Asiago domenica pomeriggio per il suo spettacolo, “Una serata tra amici”, in cartellone la sera dopo. Prima di entrare in scena, De Sica ha passeggiato per il centro storico asiaghese, concedendosi un caffè e un po’ shopping, oltre a prestarsi per delle foto ricordo con alcuni fan. Oltre ad acquistare formaggi e confetture, verso la fine del suo “giretto in piazza” l’attore si è fermato nel negozio di articoli sportivi “Girardini”, incuriosito dalle stecche da hockey esposte in vetrina, acquistandone una quale souvenir, assai particolare.
«Ero curioso e non sapevo che l’hockey fosse così sentito - racconta ridendo De Sica -. È la prima volta che vengo ad Asiago nonostante ne abbia sentito tanto parlare già negli anni ‘70 e primi anni ‘80, quando le gite del “Clan Celentano” ad Asiago erano famose».
Proprio negli anni ‘80 De Sica è diventato il simbolo dei cinepanettoni con Massimi Boldi e Massimo Ghini, raccontando con umorismo un’epoca. Nel racconto della quale però, come ha avuto modo di sottolineare l’assessore al turismo di Asiago, Nicola Lobbia, non è stato coinvolto l’Altopiano.
«Idea non da scartare - accende qualche speranza De Sica assieme al suo staff -. È vero che il cinepanettone è una tipologia di film oggi ritenuta superata ma il film comico no. Anzi dopo due anni di pandemia, di crisi economica e sociale e con la guerra ritornata in Europa, credo che mai come ora la gente abbia bisogno di ridere e distrarsi qualche ora, allontanando pensieri e preoccupazioni. Ricordo che dal neorealismo sorto nel secondo Dopoguerra, movimento di cui mio padre faceva parte, sorse parallelamente la commedia all’italiana, con attori del calibro di Totò, De Filippo, Gassman, Sordi, Tognazzi e Manfredi. “Fuoriclasse” che mi hanno influenzato e da cui traggo ispirazione». 

Gerardo Rigoni

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