<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Asiago

«Dal punto nascite via alla nuova vita del nostro ospedale»

Il direttore generale Carlo Bramezza davanti al nuovo ospedale di Asiago (Foto Ceccon)
Il direttore generale Carlo Bramezza davanti al nuovo ospedale di Asiago (Foto Ceccon)
Il direttore generale Carlo Bramezza davanti al nuovo ospedale di Asiago (Foto Ceccon)
Il direttore generale Carlo Bramezza davanti al nuovo ospedale di Asiago (Foto Ceccon)

Domani, lunedì 26 luglio, alle 12 si apre il nuovo Punto nascite di Asiago. L’arrivo del presidente del Veneto Luca Zaia sarà un segno di attenzione ma anche l’occasione per ricomprendere nell’evento l’inaugurazione dell’intero ospedale, saltata a marzo a causa delle restrizioni dettate dal Covid. «Sono emozionato e soddisfatto - dice Carlo Bramezza, direttore generale dell’Ulss 7 Pedemontana - perché terremo a battesimo l’ospedale più nuovo del Veneto».

Il Punto nascite era stato sospeso quindici mesi fa.
Abbiamo mantenuto la promessa di riaprirlo, per di più in un momento in cui i piccoli presìdi si chiudono. L’orgoglio è doppio, triplo se si considerano le difficoltà di reperire figure professionali adatte. Ce l’abbiamo fatta grazie alla collaborazione delle forze di tutta l’Ulss.

Che sono spesso accusate di voler pensare ai singoli orticelli.
Devo ringraziare i primari di Santorso e Bassano, Marcello Scollo e Roberto Rulli, e anche Andrea Cocco di Asiago, che si sono messi totalmente a disposizione.

C’è chi afferma: la mancanza di una neonatologia non lascerà tranquille le mamme. Come risponde?
Che ad Asiago si nascerà in sicurezza perché ci sono tutte le figure professionali necessarie, dal ginecologo all’anestesista alle ostetriche. Un parto fisiologico non deve creare alcun timore. Al di fuori di queste ipotesi, qualsiasi situazione difficile verrebbe destinata per tempo a Santorso o Bassano.

Può essere davvero il primo passo di ripartenza dei servizi sanitari sull’Altopiano?
Ci abbiamo messo la faccia e stiamo dimostrando come le voci di un abbandono progressivo siano sempre state infondate. L’ospedale è costato 38 milioni: come si può pensare che la regione volesse sminuire Asiago? Oltre a pronto soccorso e medicina d’urgenza, nel plesso sono operative medicina, ortopedia, chirurgia, endoscopia digestiva. E diventerà un punto di riferimento in molte discipline.

Quali?
Le riabilitazioni ortopedica e cardiologica. Ma soprattutto, anticipo, sarà il centro di riferimento regionale per le patologie dei linfonodi. I fisioterapisti stanno facendo formazione specifica

Perché la riabilitazione è così importante?
Perché in questo settore la fuga di pazienti dal Veneto è considerevole. Soprattutto verso il Trentino. Ecco che ottimi centri ad Asiago consentiranno all’Ulss di recuperare assistiti e beneficiarne anche dal punto di vista economico.

Un altro aspetto fondamentale è la risposta da dare ai turisti.
Per almeno due stagioni l’anno ai ventimila residenti dell’Altopiano si aggiungono migliaia di villeggianti. Dovessero loro servire, troveranno cure adeguate in spazi comodi e all’avanguardia.

Qual è il rapporto con i sindaci del territorio? Le proteste qui sono tradizione.
Io riscontro invece collaborazione. Hanno visto l’impegno, li abbiamo coinvolti e ci hanno concesso fiducia.

E con i comitati?
Sono sincero: finora non li ho incontrati, ma mi pare che abbiano capito che ci stavamo dando da fare per riaprire e che quindi possano dirsi soddisfatti. Intendo coinvolgerli perché è essenziale che tutti credano nel futuro di questo ospedale.

E, più in generale, in quello di un’Ulss Pedemontana che sembra spesso in bilico?
Se pensiamo che un paio d’anni fa era considerata la peggiore del Veneto credo che ne abbiamo fatto di strada a dispetto della pandemia. Stiamo spingendo per renderla un organismo integrato e tutto il personale, dai dirigenti in giù, si sta impegnando. I primi risultati nelle liste di attesa e nel recupero dell’attività operatoria si sono visti, il senso di appartenenza sta andando nella direzione giusta. 

Alessandro Comin

Suggerimenti