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La deputata vicentina

Cunial choc: «Il Green pass come l'Olocausto». La Camera insorge

Sara Cunial durante il suo intervento alla Camera
Sara Cunial durante il suo intervento alla Camera
Sara Cunial durante il suo intervento alla Camera
Sara Cunial durante il suo intervento alla Camera

Nuova bufera sulla parlamentare vicentina, ex M5s e ora nel gruppo Misto, Sara Cunial. A far discutere è il suo intervento di ieri alla Camera nel corso delle dichiarazioni di voto sul decreto Green Pass su scuola e trasporti.

«Siamo proprio sicuri che il presidente della Repubblica abbia letto il contenuto del decreto sul super Green pass obbligatorio per i lavoratori? È chiaro che un garante della Costituzione non possa che essere stato a sua volta costretto e ricattato a firmare un ignobile nefandezza come quella, capace di cancellare i nostri diritti e rovesciare le nostre sovranità, compresa quella della Camera, supina a un governo dittatoriale, al soldo delle lobby finanziare e delle famiglie di Davos e Bilderberg».

Parole choc quelle pronunciate dalla deputata no vax del gruppo Misto, che ha accostato chi non vuol vaccinarsi alle vittime della Shoah, scatenando nell’Aula la reazione dei deputati di maggioranza.

Al termine dell'intervento è arrivato il richiamo del vicepresidente di turno Andrea Mandelli: «I suoi riferimenti al presidente della Repubblica sono inaccettabili. La invito con tutto a mantenere una posizione più attenta perché queste sue esternazioni non saranno più consentite».

Durissimo Emanuele Fiano del Pd. «Appena entrerò in possesso del testo dell’intervento verificherò se ci sono estremi che vanno oltre le offese. A nessuno è consentito di offendere la morte di milioni di persone che sono state uccise con il gas per la sola colpa di essere nati. Non so cosa accada nella testa di Cunial ma chiunque si opponga ai vaccini pensi di paragonare le norme scelte da un governo a quello che succedeva nei lager è pazzo, è in malafede o sta commettendo un reato. Si vergogni, non sa di che cosa parla. Il suo è un insulto alla storia».

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