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Crollo al Bonaguro, via alla mappatura

I vigili del fuoco controllano il timpano del palazzo. FOTO VVFF Silvano Bellei, 65 anni
I vigili del fuoco controllano il timpano del palazzo. FOTO VVFF Silvano Bellei, 65 anni
I vigili del fuoco controllano il timpano del palazzo. FOTO VVFF Silvano Bellei, 65 anni
I vigili del fuoco controllano il timpano del palazzo. FOTO VVFF Silvano Bellei, 65 anni

Tecnici sui tetti dei palazzi comunali e un drone in volo sopra gli edifici privati. Il crollo di calcinacci da palazzo Bonaguro rimette al centro la questione sicurezza degli immobili del centro storico. Quello di domenica mattina non è l’unico caso verificatosi nell’ultimo periodo, per questo l’Amministrazione Pavan ha deciso di correre ai ripari, monitorando sia la situazione degli edifici pubblici sia di quelli privati: per questi ultimi, ovviamente, nei limiti del possibile. Se ne parlerà anche nella Giunta in programma oggi, nella quale si valuterà lo stanziamento economico da prevedere per i vari interventi. «Ho già chiesto agli uffici comunali di preparare un report sui fondi messi a bilancio in precedenza per la tutela del patrimonio pubblico - riferisce il vicesindaco Roberto Marin -. Se non basteranno, valuteremo uno stanziamento d’urgenza. Il Comune deve dare l’esempio per primo». BONAGURO. Ieri i tecnici del Comune hanno svolto un sopralluogo a palazzo Bonaguro. L’area è ancora transennata e il museo resterà chiuso per alcuni giorni, almeno fino a mercoledì o giovedì. Devono essere eseguite delle operazioni di messa in sicurezza. Ieri, dunque, i tecnici comunali hanno raggiunto il tetto con l’ausilio dell’autocestello e hanno esaminato la situazione. «Hanno scoperto che la malta che teneva fermi i coppi nella parte di tetto sopra la porta d’ingresso era ceduta, probabilmente a causa delle intemperie - afferma l’assessore ai lavori pubblici, Andrea Zonta -. Nei prossimi giorni interverranno per mettere delle resine che consentono di fissare la malta. Nel frattempo, palazzo Bonaguro resterà chiuso e l’area transennata per questioni di sicurezza». MAPPATURA. La precedente Amministrazione aveva pensato di far alzare in volo dei droni per eseguire la mappatura degli edifici del centro storico. L’obiettivo era di inserire l’operazione all’interno dell’esercitazione della protezione civile dello scorso marzo, ma non se n’è più fatto nulla. L’assessore Zonta non nega che l’iniziativa possa essere utile, ma non la ritiene risolutoria. «Il problema è che i droni possono sì riconoscere delle crepe sui tetti degli edifici, ma non possono valutarne la consistenza - afferma - per cui è fondamentale l’intervento dei tecnici dal vivo». Ed è quello che l’Amministrazione intende fare, perlomeno negli edifici pubblici. «Stileremo un programma e organizzeremo i sopralluoghi dei tecnici con l’autocestello - prosegue Zonta -. Il drone potrà tornare utile per gli edifici privati. In quel caso, una volta individuate le coperture che necessitano di interventi, sensibilizzeremo i proprietari a svolgere i lavori di mezza in sicurezza». Per quanto riguarda gli edifici pubblici, Zonta non parla di pericolo di crolli imminenti, ma ammette che in certi casi la situazione va risolta una volta per tutte. «Penso allo stesso Bonaguro, che andrebbe sistemato, o alle Case Parolini di via Beata Giovanna - riferisce l’assessore - Qui è stato eseguito un intervento di messa in sicurezza, con una struttura in legno ancorata alla muratura. In realtà quel palazzo andrebbe ristrutturato». Nota dolente, infine, palazzo Antonibon. «In quel caso non ci sono problemi al tetto - chiude l’assessore - ma a impensierirci sono le infiltrazioni d’acqua». •

Enrico Saretta

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