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Crocifissi staccati e inno alla droga È choc al Brocchi

La sede del liceo Brocchi in via Beata Giovanna FOTO  ARCHIVIO  CECCON
La sede del liceo Brocchi in via Beata Giovanna FOTO ARCHIVIO CECCON
La sede del liceo Brocchi in via Beata Giovanna FOTO  ARCHIVIO  CECCON
La sede del liceo Brocchi in via Beata Giovanna FOTO ARCHIVIO CECCON

Sconcerto al liceo Brocchi: scompaiono i crocifissi dalle aule e compare nei bagni una scritta che manda la scuola a quel paese e invita all’uso di stupefacenti. Secondo una prima ricostruzione, i due episodi incresciosi sarebbero accaduti sabato pomeriggio nella sede di via Beata Giovanna dopo la fine delle lezioni. Teatro delle incursioni, tre aule al piano terra e i servizi dei maschi. Il preside Gianni Zen lo ha saputo solo ieri mattina alla ripresa delle lezioni. Il dirigente scolastico ha fatto immediatamente rimettere i crocifissi al proprio posto e cancellare la scritta. Contemporaneamente ha inviato una circolare nella quale invita a riflettere sull’accaduto. «Sono sconcertato per quanto è successo – è il suo commento -. Cinque anni fa avevo fatto appendere in ogni aula il crocifisso, considerandolo un simbolo morale e culturale, il cui valore va al di là del sentimento religioso». Nei giorni scorsi qualcuno ha tolto tre di questi crocifissi dalle pareti di altrettante aule, occultandoli all’interno degli armadietti di servizio. «Non la considero una profanazione – riprende Zen, che non vuole caricare la vicenda di significati estremi – ma un gesto privo di giustificazione, antipatico e violento, tale da testimoniare un certo disagio da parte di chi l’ha compiuto. Per questo ribadisco che se ci sono delle difficoltà, la mia porta è sempre aperta». Quanto alla scritta, fatta rimuovere ieri in mattinata, «Fanc… la scuola/Mi fumo la droga», è un verso della canzone “7 miliardi” del rapper estremo “Massimo Pericolo”. All’anagrafe Alessandro Vanetti, molto popolare tra gli adolescenti, si è esibito all’Ama festival a Romano un paio di settimane fa, evidentemente lasciando degli emuli dietro di sé. «Le parole che abbiamo trovato – ancora Zen – sanno di sfida verso i propri compagni, i docenti, tutti noi. Ma sanno anche di sfida anzitutto verso se stessi e dicono che la scuola è una perdita di tempo. È grave che all’inizio dell’anno ci si lasci andare a considerazioni di questo tipo, per cui, anche in questo caso sono dire che noi adulti ci siamo per qualunque cosa». Sulla questione si sono confrontati ieri mattina anche i rappresentanti degli studenti. per loro parla la diciottenne Francesca Toso: «Quanto ai crocifissi – ha detto la ragazza – ognuno in materia di religione può avere le proprie idee. È certo, però, che non devono essere i singoli studenti a prendere l’iniziativa di togliere un simbolo, ma un processo decisionale condiviso che porti ad azioni che trovino tutti concordi». In relazione alla scritta nei bagni, precisato che «un solo gesto non può fermare lo spirito costruttivo della scuola», la portavoce degli studenti ha evidenziato che «se qualcuno, invece di imbrattare le pareti, prendesse contatto con noi, molte difficoltà potrebbero essere superate. A scuola, e non solo, ci sono sempre alcune cose che non vanno o aspetti da migliorare, ma solo grazie alle osservazioni costruttive si può cambiare, perché non sono le scritte sui muri che risolvono i problemi». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Lorenzo Parolin

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