<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Cassola

Coronavirus, l'odissea di un autista: «Torno a vivere dopo cinque mesi in tre ospedali»

Luigino Bortignon tra i suoi datori di lavoro della Rosà autoservizi che hanno festeggiato il suo ritorno a casa
Luigino Bortignon tra i suoi datori di lavoro della Rosà autoservizi che hanno festeggiato il suo ritorno a casa
Luigino Bortignon tra i suoi datori di lavoro della Rosà autoservizi che hanno festeggiato il suo ritorno a casa
Luigino Bortignon tra i suoi datori di lavoro della Rosà autoservizi che hanno festeggiato il suo ritorno a casa

Dopo quasi cinque mesi di ricovero in tre diversi ospedali a causa del Covid e della sue complicazioni, è tornato a casa e ha cominciato la sua seconda vita. Luigino Bortignon, classe 1963, è segnato da un’esperienza che, dice, non augura a nessuno e sintetizza così il dramma che ha attraversato: «Credetemi, la bestia esiste. Ero molto scettico e non ci credevo neppure io, ma esiste». Luigino, residente a San Zeno di Cassola, è una colonna della ditta Rosà autoservizi, dove lavora come autista da 25 anni, che gli ha tributato pubblicamente un caloroso bentornato quando è uscito dall’ospedale. Non può ancora tornare a lavorare, ma «la mia speranza ora è quella di riprendere il mio posto di lavoro prima di andare in pensione, perché significherebbe che sto bene al cento per cento», afferma. Da Santorso, Bortignon è stato successivamente trasferito all’ospedale di Vicenza dove ha subito un intervento al cuore per un sopraggiunto problema alla valvola mitralica. «Poi il ritorno al Santorso e ancora l’intubazione. Il 18 gennaio altro trasferimento, questa volta all’ospedale di Asiago, per la riabilitazione. È stato dimesso definitivamente venerdì scorso, 12 marzo.

Suggerimenti