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Consiglio unito: «No agli immigrati»

Il municipio di Romano. L’altra sera l’ultimo Consiglio
Il municipio di Romano. L’altra sera l’ultimo Consiglio
Il municipio di Romano. L’altra sera l’ultimo Consiglio
Il municipio di Romano. L’altra sera l’ultimo Consiglio

Immigrazione selvaggia come “male assoluto”. In tempi di campagna elettorale, a Romano c’è un tema che mette tutti d’accordo: quello della contrarietà alle politiche del Governo sull’immigrazione. Ciò non ha impedito che l’ultimo consiglio comunale abbia acceso gli animi dei consiglieri. I punti “caldi”, del resto, non mancavano, a partire dalla frattura tra il primo cittadino Rossella Olivo e il suo vice Remo Seraglio, che nei giorni scorsi aveva annunciato l’intenzione di non ricandidarsi, come ha confermato in Consiglio. Seraglio ha ringraziato il sindaco, ma al momento di votare l’ultimo ordine del giorno, quello sul no all’immigrazione, si è astenuto. Al contrario, i consiglieri di opposizione del listone di “Un cuore in Comune”, Maurizio Carlesso, Luciana Bontorin e Simone Bontorin, come anche Gianpaolo Lorenzato e Luciano Dissegna di “Romano Libera”, hanno votato a favore del documento che prevede la non adesione allo Sprar, il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati proposto dal Governo, secondo il quale un Comune come Romano dovrebbe ospitare 42 profughi. Anzi, Lorenzato ha presentato pure un emendamento per sottolineare che l’immigrazione sarebbe il “maggiore problema” d’Italia e non “uno tra i maggiori”, come indicato inizialmente nell’ordine del giorno.

«Condanno il Governo per la sua politica estera - ha attaccato Olivo - e condanno pure le organizzazioni umanitarie che hanno solo interessi economici». Per tutta risposta, il candidato di “Un cuore in Comune” Simone Bontorin ha lamentato la natura a suo parere puramente ideologica del documento. «Quest’ordine del giorno sembra provenire dalle segreterie dei vostri partiti di riferimento - ha risposto - Anche noi diciamo no all’immigrazione selvaggia, ma al contrario di voi siamo per il confronto. Sarebbe stato opportuno discuterne con le associazioni del nostro Comune che si occupano di solidarietà, invece di trattare un tema così importante con il solito vostro populismo da prima elementare». Alla fine, però, Simone Bontorin ha votato a favore di quest’ordine del giorno, come pure i suoi compagni di lista Luciana Bontorin e Carlesso e i due di Romano Libera, Lorenzato e Dissegna. Particolarmente agguerriti, questi ultimi.

«L’immigrazione incontrollata è il massimo problema d’Italia - ha tuonato Lorenzato -. Io, da italiano, ho più diritti di chi viene da fuori. È tempo di smetterla con il buonismo tipico del centrosinistra, a cui Bontorin e i suoi fanno riferimento. Io non mi fido dei partiti, e nemmeno della Chiesa, che predica bene e razzola male. L’unica verità è che i cittadini di Romano non hanno alcuna voglia di subire un’invasione».

Dissegna ha attaccato invece Olivo per la sua invettiva contro le organizzazioni umanitarie, ma il sindaco si è difeso sottolineando che si riferiva solamente a quelle che lucrano sui migranti. L’assessore Ronchi ha infine attaccato le politiche del sindaco di Vicenza Achille Variati.

«Vogliamo che anche Romano diventi come la città del “parroco” Variati? - ha chiesto -. Basta andare davanti alla stazione o al parco Querini per capire quanto Vicenza non sia proprio così sicura». Il documento è stato infine approvato.

Enrico Saretta

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