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Centro alpinistico con il legno di Vaia

Il rendering del centro che sarà intitolato all’alpinista valdagnese Cristina CastagnaI promotori dell’iniziativa con al centro Tarcisio Bellò
Il rendering del centro che sarà intitolato all’alpinista valdagnese Cristina CastagnaI promotori dell’iniziativa con al centro Tarcisio Bellò
Il rendering del centro che sarà intitolato all’alpinista valdagnese Cristina CastagnaI promotori dell’iniziativa con al centro Tarcisio Bellò
Il rendering del centro che sarà intitolato all’alpinista valdagnese Cristina CastagnaI promotori dell’iniziativa con al centro Tarcisio Bellò

Legname altopianese per Gothulti, paesino di 700 anime nell’Hindukush pakistano. Legno proveniente dagli schianti provocati dalla tempesta Vaia andrà infatti a far parte della costruzione del centro alpinistico “Cristina Castagna” che un gruppo di vicentini, capeggiati dall’alpinista Tarcisio Bellò, sta realizzando nel villaggio. Cento metri cubi di tronchi sono stati donati dal Comune di Enego. Gothulti è un paesino situato nel nord del Pakistan, alle porte di un’imponente catena montuosa che, negli ultimi anni, è stata “scoperta” dagli appassionati di alpinismo d’alta quota. Una zona però priva di servizi di supporto che ora il centro “Cristina Castagna” colmerà. Oltre al ricavato dell’ospitalità, però, il centro potrà offrire servizi alla popolazione locale come un dispensario farmaceutico, una sala comunitaria, una piccola biblioteca, bagni e lavanderia. Infine, è l’idea del gruppo, si potrà creare un centro di formazione per gli accompagnatori locali in maniera da garantire la visita della zona in piena sicurezza. «Tarcisio Bellò mi ha chiesto se potevamo aiutarli nella realizzazione del centro - racconta il sindaco eneghese, Ivo Boscardin. - Ammetto che la mia prima reazione è stata di sorpresa viste le tante difficoltà che stiamo vivendo a causa di Vaia. Poi invece è subentrata l’anima solidale dei montanari e, assieme alla giunta, abbiamo accettato: ci dà la possibilità di dimostrare di che pasta sono fatti i montanari e di ricambiare idealmente i tanti gesti di solidarietà nei nostri confronti dopo Vaia». Boscardin ha contattato la Duferco, multinazionale piemontese impegnata nell’esbosco, per il trasporto del legname e la segheria Omizzolo di Foza per la lavorazione e il taglio dei tronchi. Entrambe hanno accettato immediatamente prestando il proprio lavoro gratis. Duferco ha preso l’impegno di provvedere al trasporto del legname lavorato fino a Gothulti. «La risposta di tutti, e in particolare delle due ditte, ci ha commosso», conclude il sindaco. «L’idea mi è venuta durante la convalescenza in ospedale dopo la tragica esperienza del giugno scorso quando io e altri sei alpinisti siamo stati travolti da una valanga ed è morto il mio amico Imkaiz– spiega Bellò -. Volevo mollare. Poi ho pensato alla valdagnese Cristina Castagna, scomparsa sul Broad Peak nel 2009, alla sua generosità e a quanto aiutava le popolazioni locali durante le sue spedizioni. Mi è venuta in mente la calamità ambientale di Vaia e ho deciso che da quella tragedia doveva uscire qualcosa di positivo».. Nell’Hindukush il gruppo, riunito nell’onlus “Montagna e solidarietà”, nel 2009 aveva già realizzato un acquedotto e nel 2017 un ponte metallico per agevolare i collegamenti tra Gothulti e il resto della vallata. Per aiutare a sostenere i costi del centro a Gothulti l’onlus ha organizzato due serate di raccolta fondi: venerdì 13 dicembre alle 20.30 al teatro Bunelli di Dueville con un reading teatrale dal titolo “La trappola, la calandra” e sabato 28 dicembre al palazzo del turismo di Enego per illustrare alla popolazione il progetto che il dono aiuterà a realizzare. A portare avanti il progetto del centro ci sono anche i vicentini Denis Penso, Francesco Baggio, Giorgio Stocchero, Roberto Fosser e Stefano Mattiello. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Gerardo Rigoni

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