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Cava, nuovi controlli Causa sulle fideiussioni

I finanzieri all’ingresso di uno dei tunnel sotterranei della cava
I finanzieri all’ingresso di uno dei tunnel sotterranei della cava
I finanzieri all’ingresso di uno dei tunnel sotterranei della cava
I finanzieri all’ingresso di uno dei tunnel sotterranei della cava

Inquinamento di cava “Col Campanaro”, dopo il sequestro disposto dalla Procura di Vicenza, che mercoledì ha portato in Valbrenta i militari delle Fiamme Gialle nell’ambito dell’inchiesta per deposito abusivo di sostanze tossiche che vede indagati gli ex gestori della concessione di escavazione, ora ci si prepara a nuove verifiche per individuare i presunti rifiuti seppelliti in diverse aree di scavo. Per effettuare la ricerca delle sostanze tossiche conservate in bidoni di plastica e metallo è necessario il contributo del Genio civile, che metterà a disposizione strumenti adeguati per le perforazioni dei siti sequestrati, strumenti che si aggiungeranno a quelli in dotazione ai vigili del fuoco di Vicenza. Sembra questione di giorni. Nel frattempo dalla Regione arrivano delle precisazioni circa le opere di ripristino ambientale che sarebbero dovute partire dopo il fallimento della ditta intestata a Mauro Alfio, Carlo e Sonia Pizzato, i fratelli iscritti sul registro degli indagati. I fondi del deposito cauzionale per i ripristini non sono mai stati versati e la Direzione difesa del suolo della Regione del Veneto spiega: «Le autorizzazioni delle cave sono state decadute a settembre del 2015 per fallimento della ditta. È stata disposta immediatamente, per entrambe le cave, l’escussione dei depositi cauzionali di 713 mila euro e di 611 mila garantiti da Unipol Sai Assicurazioni spa, finalizzati alla sistemazione ambientale dei siti. L’Ente Garante, nonostante i solleciti, non ha adempiuto all’escussione dei deposti. Con due ordinanze del 2017 sono stati disposti gli atti ingiuntivi nei confronti di Unipol per il versamento dei suddetti importi, l’assicurazione ha presentato atti di opposizione presso il tribunale civile di Venezia. Il contenzioso risulta ancora in corso e si attende la sentenza del prossimo 14 novembre. In questo momento sta indagando la magistratura e la Regione e Arpav daranno tutto il supporto necessario. Va precisato che la competenza ai controlli per questo genere di attività era delegata a Comuni e Provincia. Si ribadisce comunque che con tali amministrazioni c’è sempre stata la massima collaborazione al fine di preservare il territorio e prevenire qualsiasi forma di inquinamento». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

F.C.

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