<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Casalinga morta, esposto in Procura

L’ospedale San Bassiano, dove è avvenuto il decesso della donna
L’ospedale San Bassiano, dove è avvenuto il decesso della donna
L’ospedale San Bassiano, dove è avvenuto il decesso della donna
L’ospedale San Bassiano, dove è avvenuto il decesso della donna

Donna muore al San Bassiano, la famiglia presenta un esposto in Procura e rinvia i funerali: «Vogliamo capire cosa è successo, sapere se è stato fatto tutto il possibile per salvarla. Non è un’accusa ai medici ma una richiesta di verità». A parlare è Maurizio Larese, noto assicuratore bassanese, che ha perso la moglie Maida Milacci, casalinga di 56 anni, lo scorso 23 marzo. È iniziato tutto il giorno prima, nella loro casa di Pove del Grappa. Poco dopo le 7 di mattina Larese ha chiamato il 118. «Mia moglie stava male - racconta -, vomitava e aveva forti contrazioni addominali. Io e mio figlio ci siamo subito preoccupati». Arrivata al Pronto soccorso la donna è stata sottoposta a tutti gli accertamenti del caso. I valori generali sembravano nella norma, ma la paziente continuava a lamentare forti dolori addominali. «Non smetteva di vomitare - racconta Larese - E’ stato disposto il trasferimento in Chirurgia. Lì è rimasta per tutto il giorno. Le hanno dato dei medicinali per fermare i conati e il dolore, che un po’ hanno funzionato, ma il problema non si stava risolvendo. Continuavano a valutarla come un’occlusione intestinale, poi ci hanno parlato di un’infezione batterica molto forte. Non sono un dottore, vedevo solamente che Maida soffriva e che era sempre meno presente. Non sapevo cosa fare, mia moglie non urinava da quando era arrivata in reparto e questo mi ha fatto preoccupare ancora di più. Mi sono comunque messo nelle mani dei medici». Poi tutto è precipitato. «Poco dopo le 20, quando ormai era chiaro che la situazione era grave, mia moglie è stata trasferita nel reparto di Rianimazione. - racconta il marito -. Qui è stata intubata, sedata e ha perso conoscenza. Le hanno fatto una Tac. Alle 4 hanno deciso che bisognava operarla. Le hanno asportato una parte dell’intestino e l’utero, poi mi hanno detto che l’intervento era andato clinicamente a buon fine, ma la prognosi rimaneva riservata». «I medici hanno fatto di tutto per rassicurarci - continua Larese -, io e mio figlio potevamo solo pregare. Non è servito, perché alle 12.30 del giorno dopo la nostra Maida è morta». Le ore seguenti sono state quelle della disperazione. «All’inizio è difficile capire bene quale sia la cosa giusta da fare: il dolore è troppo forte quando si perde un congiunto all’improvviso e in questo modo - racconta il marito -. Per questo il giorno seguente siamo andati all’impresa di onoranze funebri per organizzare il funerale. Quando ci siamo fermati a pensare però abbiamo capito che molte cose non tornavano, mi sono confrontato con alcuni amici medici. La mia domanda adesso è: una Tac fatta ore prima, appena arrivata in Chirurgia, avrebbe potuto salvarla? Vorremmo avere una risposta a questa e ad altre domande, e può farlo solo un’autopsia». L’esame autoptico sarà effettuato oggi. La Procura della Repubblica di Vicenza, quale atto dovuto, ha aperto un fascicolo. Con l’aiuto del medico legale la magistratura deciderà se ipotizzare l’omicidio colposo oppure avviare gli accertamenti come “atti non costituenti notizia di reato”. I funerali della donna, che si sarebbero dovuti celebrare ieri nella chiesa del paese, sono stati rinviati a data da destinarsi: un’aggiunta alle epigrafi ha annunciato con discrezione la sospensione «per motivi famigliari». Dal canto suo, l’Ulss 7 ha ricostruito i fatti. «La signora è stata trattenuta un paio d’ore in osservazione e poi trasferita in Chirurgia dove è stata sottoposta alle visite specialistiche - fa sapere la Direzione generale - il quadro clinico si è aggravato improvvisamente in serata: è stata portata in rianimazione e si è deciso l’intervento. Un’equipe di specialisti ha operato ininterrottamente dall’una di notte alle 8 del mattino. Non c’è stato nulla da fare, purtroppo. Il marito ha chiesto l’autopsia che verrà effettuata domani (oggi per chi legge, ndr). Siamo vicini alla famiglia ed esprimiamo le nostre condoglianze. Allo stesso tempo però riteniamo che sia stato fatto davvero tutto il possibile per salvare la signora Maida». •

Francesca Cavedagna

Suggerimenti