<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Casa dei profughi, più trasparenza ma niente trasloco

La palazzina di via Sabotino che ospita 17 profughi FOTO  CECCON
La palazzina di via Sabotino che ospita 17 profughi FOTO CECCON
La palazzina di via Sabotino che ospita 17 profughi FOTO  CECCON
La palazzina di via Sabotino che ospita 17 profughi FOTO CECCON

Diciassette uomini che vivono in due appartamenti con tre bagni. È questa la situazione dei richiedenti asilo di via Monte Sabotino, in quartiere San Vito. Una situazione annosa, che da tempo il comitato di quartiere evidenzia, chiedendo a gran voce che venga praticata quell’accoglienza diffusa in vigore in altre zone della città, dove i profughi sono distribuiti in gruppetti in diversi appartamenti e in diverse zone. Se n’è parlato nell’ultima assemblea di quartiere, l’altra sera, e se n’è discusso soprattutto ieri mattina, in un vertice tra l’Amministrazione e la cooperativa Con Te di Quinto Vicentino, che gestisce i profughi. Presenti per la prima il sindaco Elena Pavan e gli assessori alla sicurezza Tamara Bizzotto e al sociale Mavì Zanata, per la seconda la presidente Anna Zannoni. Non è mancato il presidente del comitato di San Vito, Ezio Calmonte, che aveva chiesto di essere presente all'incontro. Diverse le richieste avanzate dall’Amministrazione Pavan: alla principale, e cioè a quella di puntare sull’accoglienza diffusa, la risposta è stata no. «La cooperativa ha ottenuto il via libera per ospitare tutte quelle persone in quella palazzina - afferma l’assessore Bizzotto - per cui economicamente non le conviene sistemare quei ragazzi in più appartamenti, perché i costi dell’affitto lieviterebbero». Qualcosa, però, l’Amministrazione ha portato a casa. Innanzitutto ha ottenuto di essere tenuta costantemente al corrente degli arrivi e delle partenze da quell’abitazione. Un modo per scongiurare anche il ripetersi di episodi come quello di poche settimane fa, dove nella casa erano andati a dormire anche tre nigeriani con precedenti nel traffico di stupefacenti. A denunciarli erano stati gli stessi residenti della palazzina. «Va loro dato il merito per questo gesto di coraggio - afferma Bizzotto - Ora, comunque, la cooperativa ci ha garantito che ci avviserà se dovessero esserci variazioni nelle presenze. A dire il vero capita raramente, ma è importante per noi saperlo». Allo stesso tempo, la cooperativa ha assicurato che potenzierà la presenza dei suoi operatori nella casa, in modo che i profughi non siano più seguiti soltanto dalle 9 alle 17, come capita adesso: prossimamente garantirà una copertura con un operatore 7 giorni su 7, dalle 6 alle 22. Con l’operatore, i giovani africani seguono corsi di lingua italiana e di economia domestica. «Resta il fatto che questa situazione non ci sta ancora bene - chiude l’assessore alla sicurezza - perché puntiamo all’accoglienza diffusa». Questo anche per cercare di limitare uno dei problemi segnalati da tempo dal comitato di quartiere, e cioè il continuo arrivo di mezzi per lo spurgo dei pozzi neri. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Enrico Saretta

Suggerimenti