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Caro Vita

Caffè sempre più salato. «I costi sono alle stelle»

Nuovo aumento in molti bar, dove il prezzo della tazzina è salito a un euro e 30. Alcuni locali fanno pagare il macchiato altri 10 centesimi in più.
Rito quotidiano Le festività hanno portato nuovi aumenti: la tazzina di caffè è sempre più cara (Foto Ceccon)
Rito quotidiano Le festività hanno portato nuovi aumenti: la tazzina di caffè è sempre più cara (Foto Ceccon)
Rito quotidiano Le festività hanno portato nuovi aumenti: la tazzina di caffè è sempre più cara (Foto Ceccon)
Rito quotidiano Le festività hanno portato nuovi aumenti: la tazzina di caffè è sempre più cara (Foto Ceccon)

Con le festività il caffè è più salato. Complici gli aumenti generalizzati, nel 2023 il costo della tazzina in molti bar di Bassano è salito di 10 centesimi, attestandosi mediamente sull'euro e 30. E questo dopo che negli ultimi mesi dell'anno scorso era già salito a 1,20 in molti luoghi. C'è chi prova a resistere, chi in particolari situazioni cerca di mantenere il prezzo fermo addirittura a un euro, ma c'è anche chi ha deciso di far pagare il macchiato un euro e 40, dieci centesimi più del liscio.

Per non parlare delle differenze tra tavolo e banco

In città gli ultimi cambiamenti di prezzi sono stati attuati a macchia di leopardo. Il risultato è che i clienti si trovano di fronte a una variabilità inusuale e ogni giorno devono tenere a portata di mano il portamonete. Un po' di conti e si scopre che sulle tasche di ogni bassanese dedito al rito quotidiano della tazzina i rincari sono destinati a pesare per decine di euro in un anno.

Al Pick Bar, storico locale di piazzotto Montevecchio, da anni gestito da Abdullah Messar con moglie e figli, il caffè si paga un euro e 30. «Sono due le voci che, in particolare, pesano - spiega -. Innanzitutto l'aumento di sette euro al chilo del costo della materia prima, che noi abbiamo sempre voluto di alta qualità. Poi, l'elettricità, perché le nostre macchine per fare un buon prodotto devono sempre essere in temperatura e per questa ragione devono restare accese 24 ore su 24. Il risultato è il ritocco. A quanto ci risulta, i clienti hanno accettato».

Clienti comprensivi

Anche al caffè Mozart di via Vittorelli di Paolo Marin, che già in settembre aveva deciso un piccolo aumento. «Sono ritocchi che portano nelle nostre casse una quindicina di euro al giorno, non di più, a fronte di un'incidenza ben maggiore degli aumenti generalizzati - evidenzia -. Il problema è che, se guardassimo all'inflazione, la tazzina dovrebbe costare due euro, ma per non pesare eccessivamente sulle tasche dei clienti, ci siamo fermati all'euro e 40. Peccato, questo sì, che sia saltata la corrispondenza nei costi tra caffè e copia del quotidiano».

Il prezzo bloccato

Il prezzo è invece bloccato da settembre a un euro e 20 per tazzina, al "101 Caffè" di via Roma «perché - spiega il titolare Claudio Scappin - ci siamo presi per tempo con l'arrivo delle prime bollette impegnative e adesso possiamo permetterci di non aumentare i prezzi». Un euro e 20 anche al "LoStorico" di discesa Brocchi: «Non è che l'inflazione da noi non si senta - commenta il titolare Maurizio Ferronato -, ma sul caffè abbiamo ancora margine e abbiamo preferito intervenire sul prezzo di altri prodotti».

Il bar "degli studenti"

Tazzine a un euro e 20, con un +10 centesimi rispetto al periodo prefestivo, anche al bar "37.2°" attiguo alla biblioteca. I suoi frequentatori sono per la stragrande maggioranza studenti «ma - spiega la titolare Alessia Chen - tutto costa di più e abbiamo dovuto chiedere ai ragazzi un piccolo sforzo».

I bar "resistenti"

Tra i "resistenti", il giovane Giorgio Arsie della caffetteria Toffano ha bloccato a un euro il costo della tazzina al banco. «Al tavolo - spiega - costa trenta centesimi in più, ma visto che la consumazione al banco avviene in velocità, di regola da parte di clienti affezionati che si presentano anche più volte al giorno, abbiamo deciso un prezzo conveniente. E gli avventori apprezzano».

Daniela Campana e Jessica Cavalli del bar "L'incontro" di quartiere Firenze, riaperto in primavera dopo una profonda ristrutturazione, non hanno potuto fare nulla per evitare i rincari ma hanno puntato sulla qualità, in modo che i clienti fossero comunque soddisfatti. «È aumentato tutto, dalle bollette alle forniture - spiegano -. Per il caffé, il rincaro è stato di oltre il 20%: abbiamo resistito il più possibile ma alla fine il ritocco è stato necessario. I nostri clienti sanno bene che gli aumenti della filiera ci sono stati, non è speculazione. Del resto, se ci sono qualità e passione, un piccolo ritocco pesa sicuramente meno».

 


 

Lorenzo Parolin

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