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Bufera su Operaestate «Scapin a fine mandato Passaggio di consegne»

La direttrice Rosa ScapinUn concerto del cartellone di Operaestate nel chiostro del museo civico
La direttrice Rosa ScapinUn concerto del cartellone di Operaestate nel chiostro del museo civico
La direttrice Rosa ScapinUn concerto del cartellone di Operaestate nel chiostro del museo civico
La direttrice Rosa ScapinUn concerto del cartellone di Operaestate nel chiostro del museo civico

«Sul versante spettacoli ci sarà da affrontare il passaggio di mano ai vertici di Operaestate perchè con marzo Rosa Scapin chiuderà il proprio mandato». Una frase, questa, pronunciata un paio di giorni fa dal sindaco Elena Pavan, attorno alla quale si è scatenato il putiferio. In particolare nel mondo di Operaestate festival, che ha interpretato le parole del primo cittadino come un benservito alla storica direttrice artistica. Un "licenziamento" della guida di Operafestival che diventerebbe oltretutto effettivo nell’anno, il 2020, in cui la sua creatura festeggerebbe il quarantennale. Così, negli uffici del festival e sui cellulari dello staff due sere fa, telefonate e messaggi tra il perplesso e il preoccupato si contavano a centinaia e ieri mattina il sindaco è intervenuta a precisare la portata delle proprie affermazioni. «Mi spiace molto che le mie parole siano state fraintese. Mi riferivo alla scadenza naturale del contratto – ha precisato -, non a una nostra presunta volontà di allontanare la direttrice del festival. Rosa Scapin è una persona molto valida, con lei ci siamo già chiarite e le ho rinnovato la stima mia e di tutta la squadra di governo». Dopo il chiarimento, quindi, la frattura sarebbe stata sanata «anche se – prosegue il sindaco – proprio la scadenza del contratto ci obbligherà a dei passaggi burocratici non eludibili». Tra tutti, l’apertura di un nuovo bando per la direzione del festival «al vertice del quale – chiude – potrebbe esserci nuovamente Rosa Scapinr». Precisata la posizione dell’amministrazione comunale, resta però la sensazione che lo slogan elettorale del centrodestra, “Si cambia!” sia destinato a trovare l’applicazione più incisiva proprio in quota a Operaestate. Sul piano organizzativo, infatti, non è un mistero che settori importanti della maggioranza vedrebbero con favore una gestione del festival estivo affidata a una fondazione istituita ad hoc, come avviene per le diverse Biennali che animano Venezia. Andrebbe risolto il problema del trasferimento al nuovo ente di tutto l’ avviamento maturato in un quarantennio, specie nell'ottica dei finanziamenti europei, ma per i sostenitori dell’ipotesi, gli strumenti giuridici per gestire la questione già esistono. Sul piano dei contenuti, invece, se il precedente assessore alla cultura, Cunico, aveva sempre difeso la specificità di Bassano come incubatore culturale e promotore di proposte di ricerca, il sindaco Pavan, nella veste di assessore alla cultura , ha più volte dichiarato di immaginare Operaestate come una proposta in grado di mantenere alta la propria cifra culturale pur inserendo in cartellone anche proposte aperte al grande pubblico. In sostanza, Operafestival dovrebbe assomigliare di più al cartellone estivo di Marostica. Su questo fronte, la difficoltà è data dal fatto che buona parte dei finanziamenti ministeriali ed europei sui quali la programmazione si regge, è subordinata alla presenza in cartellone di proposte d’avanguardia. Senza teatro e danza contemporanei, quindi, Operaestate (per inciso, il terzo festival multidisciplinare in Italia) rischia di non esistere del tutto. E dopo quarant’anni, per la città, la perdita sarebbe oggettivamente grave. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Lorenzo Parolin

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