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Il caso

Carenza di camerieri: il bar apre a singhiozzo

La decisione di un esercente: porte chiuse nei primi quattro pomeriggi e sere della settimana con invito a rivolgersi altrove
Settore in crisi: è sempre più difficile trovare camerieri e baristi FOTO CECCON
Settore in crisi: è sempre più difficile trovare camerieri e baristi FOTO CECCON
Settore in crisi: è sempre più difficile trovare camerieri e baristi FOTO CECCON
Settore in crisi: è sempre più difficile trovare camerieri e baristi FOTO CECCON

La mancanza di personale disposto a lavorare nel fine settimana comincia a mietere le prime “vittime” in città. Al "Sotto la torre" di piazza Garibaldi, ad esempio, è spuntato un cartello che annuncia la chiusura del locale nei pomeriggi e nelle serate dei primi quattro giorni della settimana, proprio per la mancanza di personale: dopo le 15 i clienti vengono invitati a raggiungere l’altro pub del titolare Tiziano Ferronato, lo storico “Al Saiso” di via Gamba. Ma è un problema comune a molti, come in questi giorni hanno riferito lo stesso Ferronato ma anche il presidente della categoria dei commercianti Alberto Borriero. Un problema, però, che ha già causato un acceso dibattito tra chi difende a spada tratta gli imprenditori e chi invece solleva la questione della giusta retribuzione.

Chiusure

Intanto quello che è certo è che i bar chiudono. E stavolta non è per la crisi economica. Di tre locali di sua proprietà, Tiziano Ferronato si è trovato ad abbassarne le serrande a due. Se il "Sotto la torre" di piazza Garibaldi resterà chiuso dal lunedì al giovedì, il Keramos di via Gamba è chiuso da circa 8 mesi. Resta soltanto il Saiso, sempre in via Gamba, su cui Ferronato ha deciso di puntare. «Il “Sotto la Torre” riapre soltanto il venerdì per il fine settimana, perché sono riuscito a trovare nessuno che venga a darmi una mano - riferisce Ferronato - ma avrei bisogno perlomeno di altre due persone. Per il Keramos, invece, il discorso è un po’ diverso, anche se in sostanza anche qui avrei bisogno di personale preparato, in particolare per i cocktail». Secondo Ferronato, comunque, il peggio deve ancora arrivare. «Il boom delle presenze in città si verifica a partire da Pasqua - afferma Ferronato - ed è nella stagione primaverile e in quella estiva che abbiamo bisogno di più personale. Ma adesso non si trova nessuno, proprio perché si lavora soprattutto nel fine settimana». Le ragioni? Per Ferronato il mondo è radicalmente cambiato e adesso ci sono più possibilità di sbarcare il lunario rispetto a una volta.

Lo scontro

A Ferronato non sono passare inosservate alcune critiche circa le sue dichiarazioni relative alla difficoltà a trovare personale. In effetti, il dubbio che molti giovani rinuncino a sacrificare il proprio fine settimana per andare a lavorare nei bar a causa delle retribuzioni non adeguate era venuto a più di qualcuno. «Solitamente al personale vengono fatti contratti a chiamata e sempre in regola - afferma - Poi ovviamente può esserci chi sgarra, ma a Bassano la situazione mi sembra sostanzialmente corretta. E poi si tratta di stipendi regolati sempre da contratti nazionali». Ma, insomma, quanto può riuscire a portarsi a casa uno studente che decide di lavorare il fine settimana? «Si viaggia sui 7-8 euro netti all’ora per chi è alla prima esperienza - riferisce l’imprenditore - su turni spalmati su 3 giorni di circa 6-7 ore». In sostanza, se un giovane lavora una ventina di ore nel week end, riesce a guadagnare circa 700 euro al mese. Sulla questione, il presidente dei baristi Gino Brunello preferisce invece non intervenire. Si limita a riferire che la mancanza di personale è un problema generalizzato.

 

Enrico Saretta

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