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Bassano

Il bar non chiude, la polizia serve sanzioni. E i clienti lasciano denaro per pagare le multe

Con le offerte la barista ha pagato la multa a un cliente
Con le offerte la barista ha pagato la multa a un cliente
Con le offerte la barista ha pagato la multa a un cliente
Con le offerte la barista ha pagato la multa a un cliente

«Sono stata l’unica barista del Bassanese che ha deciso di aderire alla campagna “IoApro”, mi hanno fatto sanzioni, che pagherò, ma sia ben chiaro che non sono e non mi considero una vittima dei provvedimenti nei miei confronti dalle forze dell’ordine. Ho deciso di aprire la mia attività, con servizio interno, ben consapevole di quelle che sarebbero state le conseguenze amministrative del mio gesto. Dirò di più: tantissimi clienti arrivati anche da Cittadella, Asiago, Valstagna e Tezze, oltre che da Bassano, mi hanno lasciato denaro che pagare le multe. In meno di un giorno ho raccolto più di 700 euro. Bene, 400 euro della somma totale li ho subito portati al primo anziano sanzionato nella mattinata di venerdì dalla polizia, che lo ha fermato quando ormai era uscito dal bar, chiedendogli le generalità e poi consegnandogli la multa. Gli ho portato subito i soldi, poi deciderà se presentare ricorso, ma non voglio che paghi per “colpa” mia. Le forze dell’ordine dovrebbero multare i giovani che entrano e pretendono di consumare al banco per protesta, ma in piena consapevolezza, non le persone di oltre 80 anni che hanno preso un caffè forze senza nemmeno rendersi conto di infrangere le regole».

È un fiume in piena Stefania Reginato, titolare dello “Stefy’s Bar” di via Quarta Armata, l’unico che sia venerdì che ieri ha aperto le porte ai clienti, andando contro le direttive del Dpcm disposto dal Governo Conte. Solo nella prima giornata di protesta effettiva ha collezionato almeno tre sanzioni: una per l’apertura, una seconda per non aver indossato correttamente la mascherina e una terza per aver chiuso l’attività oltre le 18.

Oggi il bar riaprirà, sempre con il presupposto della consumazione d’asporto, se i clienti lo consentiranno. Tra quelli che hanno consumato consapevolmente, almeno sei sono stati identificati dalle forze dell’ordine e a cui verrà notificata la sanzione. La titolare del bar si dice commossa da tanta solidarietà: «Anche alla polizia ho spiegato che io non lo faccio per me - spiega - Mia madre è morta la scorsa estate in casa di riposo, in condizioni assurde. Mi ha lasciato una bella eredità, quindi posso andare avanti. Io lo faccio per tutti: per i miei colleghi che rispettano le regole, per i giovani, per gli anziani che si stanno lasciando spegnere dalla solitudine. Questi restringimenti ci stanno facendo morire, molto più del Covid». 

 

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Francesca Cavedagna

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