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Anziane truffate con false eredità Due denunciati

Le indagini sono state condotte dai carabinieri
Le indagini sono state condotte dai carabinieri
Le indagini sono state condotte dai carabinieri
Le indagini sono state condotte dai carabinieri

Il copione era degno di un film, l’interpretazione all’altezza di attori navigati. La vicenda delle truffe del finto lascito ereditario, messe a segno ai danni di anziane vicentine, ha però avuto un lieto fine, grazie alle denunce scattate nei giorni scorsi a carico di due malviventi, incastrati dai carabinieri della stazione di Bassano dopo oltre un anno di meticolose indagini. Filippo Galletta. 76 anni, originario di Messina, ma residente a Torreglia (Padova), e Francesco Ferrante, messinese di 50 anni, con un curriculum di due pagine zeppe di precedenti specifici, dovranno rispondere di truffa aggravata in concorso. E’ iniziato tutto una mattina di febbraio dello scorso anno. Una pensionata di 87 anni, residente in città, si è presentata ai carabinieri di via Emiliani per denunciare la brutta avventura di cui era appena stata vittima. L’anziana era stata avvicinata da un distinto signore «con accento francese» che chiedeva indicazioni per arrivare a una ditta farmaceutica, in realtà inesistente. La bassanese, non sapendo come aiutarlo, si stava per allontanare quando è entrato in scena il complice, che si è qualificato come un avvocato: «Conosco benissimo quell’azienda - ha esordito - la aiuto io a trovarla». Il “francese”, facendosi ben sentire dall’anziana, ha raccontato di essere giunto a Bassano per finalità benefiche. «Ho in consegna un generoso lascito ereditario di oltre 150 mila euro, disposto da un medico che lavorava in quell’azienda. Ho l’incarico di devolvere il denaro ad associazioni o persone bisognose, anche a mia discrezione». A quel punto, la pensionata, abbagliata dalla possibilità di poter ottenere parte del denaro per migliorare le sue condizioni di vita, è caduta nella trappola: «Anch’io avrei bisogno di soldi», ha detto. «Nessun problema - ha ribattuto il distinto signore - posso darne una parte anche a lei». I due truffatori le hanno spiegato che per accedere alla donazione erano necessari tremila euro per le pratiche notarili. La pensionata ha abboccato e si è fatta accompagnare nel suo istituto di credito, in piazzale Cadorna, dove ha prelevato il denaro e lo ha consegnato fiduciosa nella mani dei falsi benefattori. A quel punto, le è stato spiegato che servivano anche alcune marche da bollo e la copia del documento di identità e la mandano in una tabaccheria per provvedere. Inutile dire che all’uscita la donna non ha più trovato i due malviventi, fuggiti con i suoi soldi. Il giorno precedente la stessa truffa era stata messa a segno a Montorso Vicentino, dove la vittima, anch’ella anziana e sola, era stata avvicinata dai due truffatori che con lo stesso sistema le avevano rubato mille euro. Lunghe e accurate le indagini dei carabinieri della compagnia comandata dal capitano Adriano Fabio Castellari, guidati dal luogotenente Vito Sitran. Sono partite dall’esame minuzioso delle immagini dalle telecamere del centro e di alcuni quartieri. I dati raccolti alla fine hanno permesso di individuare l’auto dei malviventi, una Peugeot 208 bianca. Il passo decisivo è stato poi compiuto incrociando gli agganci alle celle dei ripetitori dei telefonini dei due sospettati. •

Francesca Cavedagna

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