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Turismo

Altopiano, la "Via delle Malghe": 22 percorsi tra ambiente, storia e agricoltura

La presentazione del progetto
La presentazione del progetto
La presentazione del progetto
La presentazione del progetto

Ventidue itinerari di varie tipologie e difficoltà che toccano ottantotto malghe dell’Altopiano (dieci delle quali nel territorio dell’Unione montana Alto Astico). È la “Via delle malghe”, la nuova proposta turistica elaborata dall’Unione montana Spettabile Reggenza Sette Comuni per valorizzare i presidi di montagna e finanziata con il Psr regionale, strumento, come ricordato dal vicepresidente del Consiglio regionale del Veneto, Nicola Finco, che ha distribuito 1,5 miliardi di euro nei territori rurali veneti. Il tutto partendo dall’enorme estensione di strade bianche e mulattiere lasciate in eredità dalla Grande Guerra, una rete che supera i 400 km e che ha permesso di pensare a questi primi 22 percorsi ad anello, con altri che potrebbero svilupparsi in futuro, per coniugare ambiente, natura, storia e agricoltura di montagna.
«Lo scopo è di far conoscere oltre i confini locali il territorio e la sua fruibilità - ha affermato il presidente della Spettabile, Bruno Oro -. Sono percorsi percorribili a piedi e in bici che, con il progetto, saranno pubblicizzati attraverso attività di informazione, promozione e animazione in maniera che le malghe vengano maggiormente frequentate e così venga anche apprezzato il lavoro che i malghesi compiono per sostenere l’agricoltura montana e l’ambiente naturale».
La Via delle malghe ha da subito ricevuto il sostegno della Regione ma anche degli stessi malghesi e delle amministrazioni locali.
Nel portale dedicato alla proposta ogni malga è stata fotografata, censita e descritta in tutti i servizi che fornisce: dalla ristorazione alla produzione e vendita di formaggio.
«Al progetto hanno contribuito sia i malghesi sia le categorie economiche perché è chiaro che solo mettendo assieme agricoltura, commercio e artigianato si potrà promuove al meglio il territorio - aggiunge il vicepresidente dell’Unione montana, Diego Rigoni -. La speranza è che questa proposta sia solo il punto di partenza per ampliare sempre più il ruolo turistico delle malghe e il territorio in cui sono inserite. A fianco di questo progetto l’auspicio è anche che si possa, con il tempo, portare acqua potabile ed energia elettrica agli alpeggi, in modo che possano essere protagonisti 365 giorni all’anno».
Gli strumenti creati per promuovere La via delle malghe sono sia di tipo tradizionale, con libretto informativo e cartina, reperibili negli uffici turistici dalla prossima settimana, sia digitale, con un sito web e pagine social dedicati. Per agevolare ulteriormente il turista, ogni itinerario è corredato da un tracciato gps utilizzabile con app per cellulare e navigatore satellitare.
La scelta a livello di itinerari è molto ampia e accontenta tanto le esigenze di escursionisti e ciclisti esperti quanto quelle di principianti e famiglie meno allenati. Si tratta di percorsi ad anello che si sviluppano in tutto l’Altopiano e facilmente raggiungibili dai centri dei Comuni. «È però importante ricordare ai visitatori – concludono il sindaco di Rotzo, Lucio Spagnolo, e Gianni Rigoni Stern, già responsabile patrimonio dell’Unione montana – che quando si entra in malga si entra in casa del malghese e che il suo lavoro primario è proprio la cura della mandria e il mantenimento del pascolo. Il progetto prevede anche la formazione sulle buone pratiche di accoglienza ma vuole anche instaurare una complicità fattiva tra turista e malghese».

 

Gerardo Rigoni

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