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Raduno 3° Raggruppamento ad Asiago

Alpini, una piazza gremita di gagliardetti e labari e un tricolore issato sulle note dell'inno di Mameli

Una piazza gremita di gagliardetti e labari e un grande tricolore hanno aperto ieri il raduno ad Asiago
Una piazza gremita di gagliardetti e labari e un grande tricolore hanno aperto ieri il raduno ad Asiago
Una piazza gremita di gagliardetti e labari e un grande tricolore hanno aperto ieri il raduno ad Asiago
Una piazza gremita di gagliardetti e labari e un grande tricolore hanno aperto ieri il raduno ad Asiago

Una piazza gremita di gagliardetti e labari e un grande tricolore issato sulle note dell'inno di Mameli hanno aperto ufficialmente ieri pomeriggio il Raduno del 3° Raggruppamento Alpini ad Asiago. É stato un momento di grande commozione sia tra le Penne nere sia tra la folla quando la bandiera dell'Italia ha iniziato a sventolare su piazza Carli mentre si ricordavano i valori professati dall'Associazione nazionale alpini nei 103 anni dalla sua costituzione non solo in Italia ma anche in tutti quei paesi che hanno accolto gli alpini della "seconda naja" fatta di emigrazione e di sacrifici. L'Ana infatti è l'associazione d'arma più grande al mondo con i suoi 350 mila iscritti e, unica del suo genere, ha come finalità l'assistenza al prossimo oltre alla conservazione della memoria per promuovere la pace.

«A partire dalla prima Adunata sull'Ortigara, ci siamo assunti l'impegno di promulgare la pace più che le gesta belliche - ha ricordato visibilmente emozionato il presidente della sezione Mt. Ortigara e a capo del comitato organizzatore, Enzo Biasia -. Un mandato che abbiamo onorato durante il Covid allestendo ospedali, distribuendo mascherine, portando cibo a chi era costretto a casa. Sono attitudini che trovano la loro origine proprio nelle battaglie di montagna, come l'Ortigara, dove solo assieme si è potuto superare quell'immane prova e che animano ancora oggi i nostri pensieri e il nostro incedere quotidiano».

Terminata la cerimonia di resa degli onori al gonfalone di Asiago e al labaro nazionale in piazza Carli, i labari di oltre cinquanta gruppi e di trenta sezioni da Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino, assieme a una rappresentanza delle sezioni estere, si sono schierati in corteo per raggiungere il Sacrario del Leiten dove riposano i resti di 54.286 caduti tra italiani ed austro-ungarici della guerra 1915-1918, di cui 33.253 ignoti e dodici decorati di medaglia d'oro al valor militare. Ad accompagnare gli stendardi e le migliaia di alpini a loro seguito sono state le autorità civili e militari tra cui il vice presidente del consiglio regionale Nicola Finco e l'assessore Elena Donazzan in rappresentanza della Regione Veneto, i sindaci altopianesi e tutto il consiglio nazionale Ana al completo.

Dal Sacrario don Federico Zago, presbitero diocesano e parroco dell'unità pastorale di Gallio, ha ricordato il sacrificio di tanti giovani mandati sulle montagne altopianesi per combattere per volontà dei potenti. Immancabile il ricordo anche dell'alpino più famoso dell'Altopiano, il "sergente" Mario Rigoni Stern che il sindaco asiaghese, Roberto Rigoni Stern, ha voluto omaggiare rievocando il suo "Torneranno i prati" che è poi diventato il titolo del film prodotto nel 2014 da Ermanno Olmi. Al termine dalla messa in suffragio ai caduti di tutte le guerra, ai piedi del Sacrario è stata inaugurata la cittadella degli alpini che le penne nere in armi hanno allestito per far conoscere il mondo degli alpini del terzo millennio.

«Questa prima giornata è andata davvero bene - commenta il sindaco Rigoni Stern -. Tutto è filato liscio e non abbiamo riscontrato alcun problema né nella viabilità né nell'accoglienza dei tanti alpini già arrivati. Doverosi quindi i complimenti alla sezione Ana Monte Ortigara e agli uffici della polizia locale che hanno saputo gestire al meglio questo grande evento che regala agli altopianesi e agli alpini momenti di commemorazione e di ricordo così come momenti di sana allegria". Al termine delle cerimonie ufficiali infatti le strade dell'Altopiano si sono animate con canti alpini spontanei nel primo vero contatto della popolazione con i gruppi di penne nere prima dell'ultimo "impegno" della giornata dove è stato presentato il libro "Racconti ed immagini. Breve analogia di ricordi della Grande Guerra sull'Altopiano».

Oggi si prosegue con la cerimonia sulla cima del monte Ortigara con la messa e la deposizione di corone d'alloro a partire dalle 10.45 per poi continuare fino a sera con concerti organizzati nei vari paesi dell'Altopiano.

Gerardo Rigoni

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