<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Adescava minorenni con le foto del figlio Condannato a 5 anni

Le indagini sono state effettuate dalla Polizia postaleIl muro per gli imbrattatori ideato dall’artista Chiurato resterà in piazza fino a domenica prossima
Le indagini sono state effettuate dalla Polizia postaleIl muro per gli imbrattatori ideato dall’artista Chiurato resterà in piazza fino a domenica prossima
Le indagini sono state effettuate dalla Polizia postaleIl muro per gli imbrattatori ideato dall’artista Chiurato resterà in piazza fino a domenica prossima
Le indagini sono state effettuate dalla Polizia postaleIl muro per gli imbrattatori ideato dall’artista Chiurato resterà in piazza fino a domenica prossima

Cinque anni di carcere al bassanese che adescava minorenni in chat fingendosi un giovane rampollo grazie anche alle foto del figlio. Massimo Mantoan, ex imprenditore di 63 anni, difeso dall’avvocato veneziano Luigi Ravagnan, ha ricevuto una punizione esemplare in tribunale a Trieste, dove in questi mesi è stato processato per i reati di adescamento di minore e detenzione di materiale pedopornografico. Esemplare perchè il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a 2 anni e 8 mesi di reclusione, ma il giudice, nonostante la scelta del rito abbreviato, che permette di ottenere un considerevole sconto di pena, gli ha inflitto una condanna ben più pesante. L’imputato dovrà anche risarcire con 5 mila euro una delle vittime, una bassanese, tutelata dall’avvocato Pierpaolo Simonetto, l’unica peraltro a costituirsi parte civile. La turpe vicenda risale agli anni tra il 2013 e il gennaio 2015, quando poi la polizia postale ha bussato alla porta di Mantoan e gli ha sequestrato telefonino e computer. Stando all’accusa, il bassanese si presentava come uno studente universitario al primo anno di medicina, fotomodello e appassionato di equitazione, grazie anche alle foto del figlio utilizzate come immagine del profilo, per cercare delle ragazzine. Il perverso stratagemma gli ha permesso di adescare ben nove minorenni dai 13 ai 17 anni di Bassano, Cassola, Tezze, Vicenza, Pordenone, Teramo, Pistoia, Torino e Roma: molte gli hanno inviato foto in cui erano nude e hanno scambiato con lui messaggi a luci rosse, e con un paio l’uomo ha pure avuto rapporti sessuali o scambi di effusioni. Dalla 17enne di Tezze Mantoan ha avuto foto osè, dalla vicentina quindicenne voleva immagini esplicite e pure un incontro sessuale, dalla cassolese quattordicenne ha ricevuto foto hard scaricate da internet, non della vittima quindi, e dalla bassanese c’è stato l’adescamento ma senza invii di file illegali. L’inchiesta è partita grazie alla mamma di una tredicenne della provincia di Pordenone (ecco perchè il processo è stato celebrato a Trieste) che ha trovato nel cellulare della figlia immagini e messaggi inequivocabili: la giovanissima infatti aveva spedito a Mantoan delle foto in cui era a seno nudo. La donna ha sporto denuncia e la polizia postale di Pordenone, attraverso le tracce informatiche e le utenze mobili, è risalita al condannato. Smartphone e pc del 63enne bassanese sono stati sottoposti a perizia, ed ecco foto e testi delle conversazioni dai contenuti inequivocabili. Al processo con rito abbreviato, l’imputato ha ottenuto di essere ascoltato dal giudice. «Mi vergogno, ho avuto un momento di obnubilamento, sono dispiaciuto per quello che ho fatto», le parole di Massimo Mantoan, ma il gup ha scelto la linea dura e lo ha condannato a 5 anni. La sentenza ha senz’altro soddisfatto l’avvocato bassanese Pierpaolo Simonetto. Il collega Ravagnan, invece, attende le motivazioni per valutare se fare appello. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Davide Moro

Suggerimenti