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Il lutto

Addio Maria Assunta
È morta a 106 anni
la nonna di Bassano

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Maria Assunta Ceccato
Maria Assunta Ceccato
Maria Assunta Ceccato
Maria Assunta Ceccato

Si è spenta la nonna di Bassano. Con i suoi 106 anni festeggiati il 5 agosto scorso, Maria Assunta Ceccato era la donna più anziana della città e una delle più longeve di tutta la provincia di Vicenza. Il suo cuore ha cessato di battere sabato mattina. Maria Assunta era ospite della casa di riposo Madonnina, dove tutti la amavano per il suo spirito e per il suo essere un vero e proprio libro di storia vivente. Negli ultimi giorni era stata vista giù di corda. Alla fine ha salutato la vita con discrezione.

 

Una vita nella quale non sono mancati i momenti felici ma anche quelli tragici. La signora Ceccato ha abitato a lungo in via Spalato, in quartiere San Vito. Per quasi vent'anni ha lavorato alle storiche Smalterie. Appassionata di canto, danza, cucito e botanica, nonostante la veneranda età non aveva mai perso la grinta. La sua esistenza è stata indelebilmente segnata dalle guerre. A chi andava a trovarla ricordava sempre il terrore al suono delle sirene d'allarme, che faceva scappare tutti: «Ma nella vita bisogna imparare a resistere», ripeteva sempre, con immutato ottimismo.

 

Se la Prima guerra mondiale la vide profuga con la famiglia a Perugia, la Seconda le portò via l'amato marito Amleto Brusini, appena sposato. I due s'innamorarono alla fine degli anni Trenta, poco prima dello scoppio del conflitto. Si sposarono ma dopo il matrimonio lui partì per la campagna di Russia e lì cadde. I suoi resti riposano ancora oggi nella sconfinata steppa. Maria Assunta non ne seppe più nulla e visse nel suo ricordo. Non si risposò e visse sempre da sola, viaggiando per l'Italia: Firenze, Roma, Milano, sempre in giro per andare a far visita ai familiari. A farle compagnia, i quattro fratelli e le tre sorelle, tutti deceduti, prima di lei e i numerosi nipoti. Tra le sue grandi passioni, quelle per il ballo e per la buona cucina veneta, quella di una volta, fatta di baccalà e sopressa. 

Enrico Saretta

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