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Marostica

Addio al sorriso di Lara, mamma coraggiosa

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Lara Giacomazzi, 44 anni
Lara Giacomazzi, 44 anni
Lara Giacomazzi, 44 anni
Lara Giacomazzi, 44 anni

Il tumore le aveva ucciso la madre, poi il fratello, ed ora si è portato via lei. Si è spenta lunedì Lara Giacomazzi: aveva solo 44 anni, viveva a Marostica, con il marito Sergio Cogo e i figli Alex, Eva e Mattia; interventi, battaglie e cure sono state affrontate all'ospedale di Cittadella. Dove morì, nel 2015, a soli 41 anni il fratello Denis, che viveva a Fontanivetta.

 

Lara lavorava in un bar di Schiavon. «Sei mesi fa si era dovuta fermare, non ce la faceva più», racconta la figlia. «Mamma aveva un dono prezioso nelle mani, adorava cucire, in ogni maniglia di casa pende un suo cuoricino creato con stoffa e cotone». La sfida più difficile è iniziata cinque anni fa, poco dopo aver salutato il fratello Denis. «Mamma aveva iniziato a preoccuparsi, aveva dolori alla pancia. Ha voluto approfondire, si è fatta un'ecografia che ha messo in evidenza una piccola massa. Dopo l'operazione si è scoperto che si trattava di un tumore».

 

Iniziò una chemio di prevenzione e il male sembrava aver concesso una tregua. «Ma poi è riapparso ed è cominciata una nuova terapia, che però un anno fa ha smesso di funzionare», continua la figlia, «e così i dottori hanno intrapreso un approccio sperimentale». Le speranze si sono via via affievolite: «Tre, quattro mesi fa i medici ci hanno detto che non c'era più nulla da fare: mamma però non si è arresa, è stata sempre così forte, combattiva. Noi eravamo preoccupati e lei ci trasmetteva positività, ci diceva «la prossima cura funzionerà», ci trascinava. Ha fatto di tutto per rimanerci accanto il più a lungo possibile».

 

Nel reparto di Oncologia di Cittadella aveva deciso di partecipare ai percorsi creativi elaborati dal mondo associativo e lo scorso autunno la storia di Lara era stata "dipinta" in una sfilata di bodypainting svoltasi a Rosà con l'obiettivo di raccogliere fondi. La rappresentazione artistica della lotta della giovane mamma era stata introdotta con le sue parole: «La mia storia inizia con una mamma e un fratello che muoiono di tumore. E un padre sempre positivo che mi dice: "Non preoccuparti, tutto andrà bene". Alex, Eva, Mattia, i miei figli: assaporo ogni sorriso, ogni abbraccio e ogni bacio. Tutto è diventato così importante, ho la testa piena di pensieri, io - ragazza solare - divento taciturna, non riesco più a fare nulla, prego Gesù, gli chiedo di aiutarmi». La resistenza: «Sono passati quattro anni e la mia battaglia continua, mi sono circondata di persone che mi amano, con o senza capelli, grassa o magra, bella o brutta, prima o poi di tranquillità ne arriverà anche per me». 

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