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Acquedotto, pronti alla demolizione

La torre con il serbatoio dell’acquedotto che sarà demolita domani
La torre con il serbatoio dell’acquedotto che sarà demolita domani
La torre con il serbatoio dell’acquedotto che sarà demolita domani
La torre con il serbatoio dell’acquedotto che sarà demolita domani

Il “botto”, seppur limitato, a Nove è in programma domani intorno alle 12,30, minuto più, minuto meno. A quell’ora saranno fatte brillare le piccole cariche esplosive che sigleranno la fine dell’esistenza della vecchia torre piezometrica, un tempo serbatoio pensile dell’acquedotto del paese. Le operazioni di preparazione del cantiere, destinato all’intervento di abbattimento, sono già state avviate da alcuni giorni, come pure le azioni di informazione ai novesi che abitano nelle vicinanze della torre in via Antonibon e in una parte di piazza De Fabris. Una quarantina le persone che dovranno lasciare le loro abitazioni per poche ore, per gli altri che abitano nelle vicinanza sarà sufficiente non uscire di casa e non lasciare la auto all’esterno nella zona interessata. Domani mattina lo sgombero avrà inizio intorno alle 10 e sarà condotto dalle forze dell’ordine (un tavolo tecnico di pianificazione s’era tenuto lo scorso 19 marzo). Le operazioni saranno seguite passo per passo da polizia locale, carabinieri, altre forze di polizia, personale dell’ufficio tecnico del Comune e naturalmente dal sindaco e dalla giunta comunale, sul posto anche l’associazione volontari di protezione civile di Nove, che farà da supporto e all’occorrenza metterà anche a disposizione un minibus per il trasporto delle persone. Via Antonibon sarà chiusa al traffico già dalle 8 del mattino dall’incrocio con via Rizzi e fino a quello con via Dalla Gassa. Le altre strade, principali, del centro come le provinciali 52 e 60 (in piazza De Fabris e via Rizzi), potrebbero essere chiuse al traffico solo nei minuti necessari all’esplosione controllata, unno stop temporaneo alla circolazione potrebbe essere necessario anche in via Padre Roberto. Ad annunciare il brillamento delle cariche, affidato a una ditta specializzata di Lonato (Brescia), sarà il suono di un corno da caccia con segnali che saranno eseguiti a intervalli prestabiliti (la successione è consultabile sull’avviso esposto in zona e pubblicato sul sito del comune di Nove). Ad avvenuta esplosione cinque brevi fischi di corno segneranno la fine delle operazioni. Nei giorni successivi una impresa con macchine operatrici procederà allo sgombero dei materiali, la torre verrà fatta crollare nell’area che un tempo era l’orto del convento delle Madri Canossiane. Nel frattempo i novesi stanno immortalando gli ultimi giorni di esistenza della torre serbatoio di via Antonibon, apparsa anche in versione primaverile, tra fioriture di pesco e mandorlo. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Riccardo Bonato

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