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«Abbattere i lupi più problematici»

Due lupi immortalati da una fototrappola sull’AltopianoSalvini vuole dare ai prefetti il “controllo” degli esemplari minacciosi
Due lupi immortalati da una fototrappola sull’AltopianoSalvini vuole dare ai prefetti il “controllo” degli esemplari minacciosi
Due lupi immortalati da una fototrappola sull’AltopianoSalvini vuole dare ai prefetti il “controllo” degli esemplari minacciosi
Due lupi immortalati da una fototrappola sull’AltopianoSalvini vuole dare ai prefetti il “controllo” degli esemplari minacciosi

Abbattere i lupi problematici. È la proposta del ministro degli interni Matteo Salvini, che ha incaricato i prefetti dei territori interessati dalla presenza del lupo a provvedere «al controllo degli esemplari che costituiscono una minaccia all’incolumità pubblica solo a condizione che sia stata verificata l'assenza di altre soluzioni praticabili». L’intervento di Salvini giunge a ridosso della discussione del nuovo Piano nazionale per la conservazione e la gestione del lupo che si terrà prossimamente nella Conferenza Stato–Regioni e introduce, per la prima volta dopo 150 anni, la possibilità di abbattere i lupi nonostante siano una specie protetta. La nota del Viminale non indica mai la parola “abbattimento” ma lascia chiara la possibilità di uccidere gli esemplari che costituiscano un pericolo per l’uomo laddove i mezzi di prevenzione abbiano fallito o non siano attuabili. «È sicuramente un’apertura verso un intervento che rimarrà di natura eccezionale – commenta il presidente della Spettabile Reggenza, Emanuele Munari – ma credo sia ancora in forma embrionale. Ci sono tante questioni che rimangono irrisolte nella circolare, in primis la definizione dei comportamenti da considerare una minaccia all’incolumità umana. Ovvero predatori che attaccano allevamenti oppure lupi che si avvicinano agli abitati sono da considerarsi pericolosi oppure lo solo gli esemplari che direttamente minacciano una persona? Questo non è per ora chiaro. Altri punti che dovranno essere discussi e chiariti – prosegue Munari – sono l’individuazione del delegato all’abbattimento e di colui che determinerà che quell’esemplare è una minaccia. Infine con quali modalità si procederà al decretato abbattimento, con quali tempistiche si potrà procedere e quali enti concederanno le autorizzazioni? Credo che sarà lunga la strada prima di arrivare a eventuali abbattimenti – conclude Munari – però riconosco che almeno la questione è stata finalmente introdotta formalmente nel dibattito politico, permettendo un giusto approfondimento di tutta la questione del ritorno dei grandi predatori». La nota del ministro Salvini va controcorrente rispetto a quanto stilato del ministro per l’ambiente Sergio Costa nel nuovo piano di gestione, dove non si ipotizza l’abbattimento del lupo. Un piano che il consigliere regionale Sergio Berlato ha prontamente criticato ritenendo «inascoltato il grido di aiuto della montagna e dei malghesi. Questo piano che non prevede la possibilità di effettuare abbattimenti anche quando la presenza risulti eccessiva e dannosa per il territorio: sarà utile solamente a sprecare ulteriori risorse pubbliche per studi e azioni che non risolveranno il problema». «Azioni da campagna elettorale sulla pelle del lupo fatte da dichiarazioni inesatte – ribatte Francesco Romito de “Io non ho paura del lupo”, impegnata da anni nel monitoraggio del lupo e nella divulgazione di una corretta informazione -. Si continua ad "ubriacare" la popolazione con informazioni su presunti "lupi problematici" o fonte di pericolo per l'uomo, cercando di mantenere quel favore tra una determinata fetta di elettori in vista della prossima tornata elettorale. Ribadiamo quindi che nonostante questa circolare del ministro Salvini, nessun abbattimento è stato autorizzato e che la "rimozione" in deroga, con parere preventivo dell'Ispra, è già prevista fin dagli anni 90 dalle leggi nazionali e comunitarie, solo in casi eccezionali e dopo aver applicato tutte le altre soluzioni possibili». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Gerardo Rigoni

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