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«Viabilità da ripensare e lotta all’inquinamento Serve un cambio di passo»

Una veduta dall’alto della città di Arzignano sulla zona del centro storico e del duomo.  FOTO TROGU
Una veduta dall’alto della città di Arzignano sulla zona del centro storico e del duomo. FOTO TROGU
Una veduta dall’alto della città di Arzignano sulla zona del centro storico e del duomo.  FOTO TROGU
Una veduta dall’alto della città di Arzignano sulla zona del centro storico e del duomo. FOTO TROGU

Viabilità e ambiente. Fanghi, Pfas, strada provinciale Arzignano-Chiampo e viabilità interna. Sono alcuni dei temi caldi emersi nel forum ad Arzignano tra categorie economiche, sindacati, mondo scolastico e sociale organizzato da “Il Giornale di Vicenza” e ospitato nella sede di Confartigianato. Temi su cui tutti chiedono di trovare soluzioni definitive. Non solo per Arzignano, ma anche di valle. «Serve un cambio di passo», è stato ribadito a più voci. Lo studio realizzato da Confartigianato, con le università di Padova e Bologna conferma che l’84% dei mezzi viaggia con una sola persona a bordo e sul territorio transitano quotidianamente 33-35 mila veicoli: ciò evidenzia una situazione viabilistica difficile. «Il progetto di una nuova alternativa da San Zeno a Chiampo non risolve il problema - precisa Mauro Bergozza, imprenditore, rappresentante di Confindustria -. Ad Arzignano su via dei Mille, rotatoria Kennedy e via dell’Industria c’è sempre una lunga colonna di auto. Mancano strade e sbocchi». «Su viale Vicenza alle 7.30 - aggiunge il prof. Enrico Marchetto dell’Istituto tecnico Galilei - non si passa. Non ci riuscirebbero nemmeno i mezzi di soccorso. Noi abbiamo differenziato l’orario di entrata e uscita rispetto al liceo Da Vinci di 15 minuti, ma non basta». «Il problema della viabilità ci tocca in prima persona - dice Ruggero Camerra, presidente mandamentale Confartigianato Arzignano Montecchio - e al di là dell’alternativa di collegamento Arzignano-Chiampo, c’è da risolvere la circolazione interna. Se l’84% dei veicoli viaggia con una sola persona a bordo, bisogna modificare le abitudini dei cittadini. Serve un cambiamento culturale». Nel 2014 Chiampo, Arzignano e Ftv (ora Svt) avevano predisposto una nuova linea di trasporto pubblico per raggiungere la zona industriale arzignanese: progetto sperimentale di circa un anno per portare in città, fino alla stazione, i lavoratori della Valle del Chiampo. «Era utilizzato pochissimo - ricorda Bergozza - e quindi è saltato. Non è facile, ci sono orari diversi di entrata e uscita dalle concerie». «Però bisogna pensare all’uso di mezzi pubblici. E al car sharing - continua Camerra -. L’esperienza negativa potrebbe servire per capire come intervenire. Noi siamo stati i primi a spingere i sindaci a creare un tavolo di confronto su traffico e viabilità. Va bene la comodità e l’indipendenza di utilizzare la propria auto, ma solo al di fuori del lavoro. L’azienda pubblica Svt ha già dato la disponibilità ad attivare corse sperimentali, ma dopo il confronto a Chiampo di qualche giorno fa, serve l’istituzione di un tavolo permanente. Sulla viabilità poi si innescano problemi di inquinamento, rumore e sicurezza». «Il welfare aziendale potrebbe incentivare l’uso di mezzi pubblici e il car sharing - aggiunge Massimo Zordan di Uiltec e referente sindacale del distretto Ovest -. La zona industriale di Arzignano è stata pensata 40 anni fa. E ormai è satura. Mancano i parcheggi. Da tempo stiamo affrontando questi temi». Il distretto aziendale, leader nella concia, soffre anche del problema smaltimento fanghi. Di cui si discute da decenni. «Serve l’impianto - continua Zordan -. Le discariche ormai sono sature e il conferimento dei fanghi sta diventando un problema: alcuni grandi gruppi stanno investendo su altri distretti. L’iter per la società che dovrà costruire e realizzare il nuovo impianto con Acque del Chiampo è avviato. E non sarà nel nostro territorio, per non inquinare ulteriormente. Consideriamo che anche la questione Pfas incide: alcuni clienti hanno contestato tracce di perfluori nelle pelli lavorate qui». «Il conferimento dei rifiuti particolari è un problema anche di normativa nazionale - conclude Bergozza di Confindustria - e senz’altro la questione fanghi è la prima da affrontare. Dove verranno conferiti con le discariche ormai terminate? Alcune aziende si stanno spostando fuori regione». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Luisa Nicoli

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