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Arzignano

Uccise il padre a coltellate. «Non è stata legittima difesa»: il 18enne torna in carcere

Raoul Singh, il 18enne indiano che il 19 agosto dello scorso anno ha ammazzato il padre Arvinder con tre coltellate torna in carcere. Il giovane, in base ad ulteriori indagini ed accertamenti, non avrebbe infatti ucciso per legittima difesa, come sempre dichiarato. Una versione, la sua, che era stata confermata dalla mamma. 

Dopo l'omicidio aveva detto che il padre, ubriaco, aveva aggredito sia lui che la madre con un coltello da cucina, ferendolo. Un episodio di violenza che non sarebbe stato isolato. La ricostruzione difensiva del giovane era stata accolta del tribunale del Riesame di Venezia che a settembre aveva annullato la misura cautelare in carcere.

Gli ulteriori accertamenti hanno però smentito molti aspetti: innanzitutto la presenza della madre (esclusa grazie alla geolocalizzazione dei cellulari). Il medico legale ha inoltre riscontrato che la vittima non aveva lesioni da difesa.  Nel suo sangue c'erano alcol e psicofarmaci con effetto sedativo, dunque l'uomo avrebbe dovuto essere poco reattivo in quel momento. Sul cadavere c'erano sei distinte lesioni, incompatibili con la versione del figlio, mentre il giovane aveva tagli estremamente superficiali.

Amici e colleghi della vittima hanno descritto Arvinder come un uomo mite, con problemi di alcolismo riemersi dopo anni a causa della profonda crisi coniugale. Altro aspetto accertato è che una ferita alla mascella del giovane non era stata provocata dal padre nei giorni precedenti ma era invece la conseguenza di una rissa tra giovani alla quale Raoul aveva partecipato. 

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